Paramorfismi
PARAMORFISMI DELL'ETA'Â SCOLARE
 Â
L’ età evolutiva è caratterizzata da un continuo sviluppo corporeo, sia dal punto di vista osseo e della mobilità articolare, sia relativamente all'ampliarsi dei tendini e dei muscoli. L'accrescimento di queste parti costringe il corpo ad assumere posizioni nuove talvolta scorrette per ricercare nuovi equilibri, che possono alla lunga tradursi in atteggiamenti sbagliati dello scheletro. Si parla in questi casi di paramorfismi, indicando con questa parola tutto ciò che, pur determinando un alterazione della forma corporea (per esempio, il margine delle scapole in evidenza), è correggibile. Si parla invece di dismorfismi quando le alterazioni dello scheletro si sono ormai cronicizzate e non possono essere modificate con la cinesiterapia.I paramorfismi, soprattutto nel periodo dell'età evolutiva, sono per lo più poco visibili e non provocano dolore e per questo riescono a mascherarsi facilmente. Qualora vi sia una predisposizione latente,l'età scolare è il momento in cui essi si manifestano.
Secondo alcune statistiche, nel periodo che va dal primo ciclo della scuola elementare al terzo anno della scuola media, più del 50% dei bambini risultano portatori di paramorfismi che interessano i rachide i piedi (piatti), il ginocchio (valgo). Tra queste alterazioni fisiche, si trasformano in dismorfismi soprattutto quelle che interessano la funzione statica della colonna vertebrale. È dunque importante che l'insegnante riesca a rilevarne la presenza fin dai primi anni di scuola e che si intervenga al più presto con la ginnastica correttiva, costante e continua, finché il soggetto è in grado di assumere la posizione corretta e di mantenerla. I paramorfismi più facilmente riscontrabili possono riguardare: il dorso e gli arti inferiori.
I paramorfismi del dorso si dividono in
• simmetrici (cifosi, scapole alate, dorso piatto, dorso curvo, lordosi), che agiscono sul piano sagittale;
• asimmetrici (scoliosi, scapole e spalle asimmetriche), che agiscono sul piano frontale.
Ci sono poi i paramorfismi degli arti inferiori, quali il varismo e il valgismo del ginocchio e del piede e le forme miste.Tra gli atteggiamenti non corretti vi sono anche quelli che il corpo tende ad assumere in situazione di deambulazione errata, ma che facilmente l'individuo riesce a modificare con là volontà .
La dinamica della colonna vertebrale
Per meglio capire come si instaurano questi atteggiamenti viziati, che per lo più si traducono in posture errate della schiena, è opportuno aggiungere qualche nozione sulla dinamica della colonna vertebrale. Come abbiamo visto, la colonna vertebrale presenta sul piano sagittale quattro curve fisiologiche, di cui due a concavità posteriore o lordosi, nel tratto cervicale e lombare, e due a concavità anteriore o cifosi, nel tratto dorsale e sacrale. Le curve fisiologiche hanno grande importanza perché scaricano i colpi e i contraccolpi che altrimenti si ripercuoterebbero sul cervello qualora le articolazioni delle vertebre e dei dischi non attenuassero, frazionandone l'effetto, gli agenti d'urto. Esse svolgono inoltre l'azione di incrementare la resistenza della colonna vertebrale. Alcune semplici regole possono aiutare a prevenire l'insorgere di comportamenti viziati:
 - camminare con busto e capo eretti, appoggiare correttamente i piedi e badare della colonna
vertebrale.Â
- che le braccia oscillino normalmente lungo il busto;
- evitare di portare eccessivi pesi nello zaino;
-Â trasportare i pesi alternando l'uso delle braccia;
- sedere correttamente nel banco di scuola (a questo proposito, studi recenti hanno stabilito che l'altezza del banco scolastico dovrebbe essere rapportata all'età e alla statura dello studente, onde evitare pericolosi atteggiamenti viziati, secondo la seguente formula: lunghezza della gamba + 19% della statura)
- soprattutto per gli studenti che occupano i banchi laterali, cambiare ogni settimana il posto con il compagno seduto all'estremità opposta dell'aula;
 - praticare attività fisica;
-Â dormire su un materasso duro utilizzando un cuscino basso.
Prenderemo ora in considerazione i paramorfismi che più di frequente compaiono durante l'età scolare:
 Portamento rilassato; o scapole alate;
   dorso curvo; e piede piatto;
atteggiamento scoliotico; e ginocchio valgo.
Esamineremo poi il mal di schiena, che insorge come conseguenza di posizioni errate e di movimenti eseguiti in modo scorretto.
Portamento rilassato o abito astenico.
Il portamento rilassato o abito astenico è dovuto all'incapacità del corpo di opporsi alla forza di
gravità , che ne altera la forma. Il soggetto si presenta con capo inclinato in avanti, addome prominente, spalle cadenti, piedi piatti ecc. In seguito si instaurano atteg¬giamenti scoliotici.
L'abito astenico è considerato la causa principale dei vari paramorfismi. Si pensa sia dovuto a:
• ipotonia muscolare (tono della muscolatura al di sotto della normalità );
• lassità legamentosa;
• componenti di origine psicologica (ognuno di noi si muove a seconda di come «si sente», mostrando all'esterno in modo più o meno cosciente la propria condizione interiore).
Si evidenzia in modo particolare nel periodo della crescita ed è legato soprattutto a fattori quali clima, alimentazione, ambientamento, esercizio fisico. Il portamento rilassato in genere si risolve spontaneamente dopo la crisi puberale, ma i vari atteggiamenti (dorso curvo, scapole alate ecc.) possono diventare anche permanenti in funzione delle deformazioni più o meno gravi che l'organismo ha subito. Per attenuare o correggere tale paramorfismo si deve praticare un attività motoria non eccessivamente impegnativa che interessi principalmente le parti carenti, prediligendo gli esercizi da decubito, seduti, in ginocchio. A completamento della ginnastica specifica, non si devono tralasciare il nuoto e la pratica di un'altra attività sportiva.
Dorso curvo e lordosi lombare
Il portamento rilassato ha il dorso curvo quando la curva fisiologica dorsale della cifosi è più evidente del normale e deriva da una rilassatezza psicologica e da un equilibrio nervoso o muscolare poco stabile. Si tende a valutare un dorso «curvo» quando l'angolo di curvatura del soggetto in piedi, nel tratto dorsale, supera i 40°. Nelle ipotesi più gravi, il dorso curvo può essere dovuto a rachitismo, tubercolosi, malattie tumorali, lesioni traumatiche. In questi casi si effettueranno trattamenti con la cinesiterapia e l'ortopedia. In una prima fase, il soggetto è sempre capace, con la volontà , di riportare il busto nella situazione di normalità . Successivamente non è più in grado di farlo, cosicché il capo tende a scendere sul petto, il collo si sposta in avanti, le spalle si avvicinano allo sterno e le scapole tendono ad alzarsi. Questa postura, nel tempo, diviene stabile e immodificabile: i corpi delle vertebre anteriori sono sottoposti a una pressione tale da non riuscire più a svilupparsi in modo organico e assumono una forma a cuneo. L'atteggiamento della cifosi si trasforma dunque in dorso curvo astenico se non si agisce nel momento e nei tempi giusti (dagli 8 ai 12 anni di età , periodo dell'accrescimento). Il trattamento con esercizi correttivi è previsto dalla posizione di seduta, onde evitare un'accentuazione della curva dorsale, e in decubito, per intensificare e meglio localizzare lo sforzo. È opportuno dividere l'intervento in due fasi:
1. mobilizzazione e sblocco della rigidità dei legamenti e dei muscoli della schiena e del petto;
2. irrobustimento della muscolatura del dorso, sicuramente più rilassata rispetto ai pettorali (questa fase avverrà dopo circa due-tre mesi).
È comunque indispensabile agire contemporaneamente sull'autocontrollo superficie e la correzione della postura, per esempio di fronte a uno specchio quadrettato.
Nei casi non gravi di paramorfismi anche all'età di 17-18 anni è ancora abbastanza semplice e rapido riottenere la mobilità , mentre in presenza di altre patologie, quale per esempio la scoliosi, occorre un lavoro di anni. Insieme al dorso curvo va presa in considerazione la lordosi lombare, che si forma come curva di compenso insieme all'addome prominente. Essa è dovuta alle condizioni di accorciamento in cui vengono a trovarsi i muscoli estensori nel tratto lombare, a causa dell'aumentata superficie su cui si trovano quelli del tratto dorsale, come se nel tratto lombare i suddetti si tendessero a mo' di corda d'arco.
Atteggiamento scoliotico
La colonna vertebrale di fronte deve presentarsi perfettamente rettilinea; pertanto ogni deviazione di quest'ultima a sinistra o a destra, che esca dalla verticale del filo a piombo immaginario che va dalla prima vertebra cervicale all'ultima sacrale, prende il nome di scoliosi.
Le scoliosi possono essere: funzionali, quando non vi è modificazione morfologica e sono reversibili; strutturali, quando sono associate a modificazioni ossee e non sono reversibili. Inoltre le scoliosi possono essere semplici (a una curva sola) o compensate (a più curve). L'insorgenza della scoliosi può essere di origine miopatica (distrofie muscolari), osteopatica (tubercolosi, rachitismo, fratture mal saldate), neuropatica (poliomielite, paralisi), idiopatica (la cui causa, cioè, è sconosciuta, anche se diversi autori ipotizzano che derivi da un persistente atteggiamento scoliotico). Altri fattori che concorrono all'instaurarsi della scoliosi sono quel
Scollosi sul dorso (gibbosità )
i visivi (un occhio piú debole)
e acustici (indebolimento dell'udito).
Inoltre si è rilevato che:
a. la scoliosi si riscontra più facilmente nel sesso femminile che in quello maschile, con un rapporto di 3 a 1;
b. solo in percentuale del 25-30% è ereditaria, comunque se è presente nella stessa famiglia si riscontra più frequentemente;
c. può dipendere da posizioni «comode» che i ragazzi assumono spesso.
Ciò che permette di rilevare l'effettiva presenza delle scoliosi è il referto radiografico; un altro metodo per rilevarla è quello di porre il soggetto a piedi uniti, in massima flessione del busto in avanti, con mani ai piedi: se si noteranno evidenti convessità sul dorso (gibbosità ), saremo in presenza di una scoliosi. Se invece il rachide risulta senza alcun evidente rilievo nel tratto dorsale (assenza di gibbosità ), saremo probabilmente di fronte a un semplice atteggiamento. Altro metodo di accertamento consiste nell'osservare la linea delle spalle. Esse devono essere alla stessa altezza; se, per esempio, la spalla destra è molto più in basso rispetto all'altra, possiamo essere in presenza di una scoliosi toracica. Se avremo una sproporzione dei fianchi, delle scapole, dei triangoli della taglia, saremo in presenza di una scoliosi lombare. Per determinare la sproporzione dei triangoli della taglia si dispone il soggetto in piedi, con le braccia lungo i fianchi. Se il triangolo determinato dal margine interno del braccio destro e dall'angolo formato dal busto e dalla vita è diverso da quello sinistro, saremo remo in presenza di una scoliosi lombare, come detto sopra.
Il tipo ai trattamento per l'atteggiamento scoliotico, per alcuni autori, è in relazione alla gravità dell'alterazione: fino a 30' potrebbe essere trattata con l'esercizio fisico, dai Mai 60'si dovrebbe associare al trattamento fisico l'uso di un supporto ortopedico (corsetto), dai 60° in poi è consigliabile l'intervento chirurgico. Un metodo che consente di stabilire la possibilità di trattamento, e quindi la condizione di rigidità , di una scoliosi è quello di Lorenz: esso permette di accertare se siano realizzabili, con esito positivo, azioni correttive. Il soggetto è in piedi, mano destra in alto in appoggio all'occipite, mano sinistra in basso, sul fianco, all'altezza della massima curvatura. Se, spingendo con la sinistra, la curva si appiattisce, significa che la colonna vertebrale è ancora mobile e quindi in grado di essere migliorata. È importante nell'azione correttiva non esagerare con esercizi che prevedano la flessione del busto in avanti.
Esercizi correttivi
l trattamento per la correzione di questo paramorfismo prevede esercizi in cari¬co, in scarico, di presa di coscienza, di mobilizzazione, di tonificazione.
Esercizi in carico
Sono tutti quelli eseguiti in piedi. Dobbiamo però sottolineare che, sebbene utili, presentano la difficoltà di mantenere la posizione corretta durante la loro esecu¬zione per via dell'equilibrio, e questo problema potrebbe vanificare l'utilità dell'e¬sercizio stesso.
Esercizi in scarico
La posizione in decubito è ottimale per finalizzare lo sforzo al punto voluto, dimi¬nuisce e circoscrive l'azione dei muscoli non direttamente interessati all'esercizio di correzione e serve a finalizzare al massimo l'effetto della ginnastica alla zona che interessa. Lo scopo di tali esercizi è:
a. tonificare la parete addominale;
b. migliorare gli atteggiamenti simmetrici;
c. fissare le scapole;
d. incrementare la capacità respiratoria.
1. Per paramorfismi s'intendono alterazioni correggibili della forma corporea.
2. Si parla di dismorfismi quando le alterazioni dello scheletro sono ormai cronicizzate.Â
3. I paramorfismi si manifestano con dolore,
 4. La curva scoliotica è fisiologica.
5. Un modo per prevenire la scoliosi è quello di dormire su un materasso rigido.Â
6 Nel dorso curvo il corpo delle vertebre rimane immutato.
7. La componente psicologica può influire sull'abito astenico.
8. È sufficiente la sola pratica sportiva per correggere i vari atteggiamenti viziati.
9. Fra le cause di insorgenza della scoliosi possono esservi anche disturbi visivi e acustici.
Esercizi di presa di coscienza "
Dalla posizione di partenza distesi a terra, con ventre in alto (decubito supino), piegare la gamba destra in avanti alto; ripetere con l'altra gamba.
Durante l'esercizio la colonna vertebrale è ben aderente al suolo.
Dalla posizione di partenza in piedi, con il dorso in completo appoggio alla parete, braccia distese lungo i fianchi, palmo delle mani in appoggio al muro, i talloni a una distanza di circa 25 cm dalla parete, effettuare un piegamento sulle gambe mantenendo il contatto con il muro. Ritornare alla posizione di partenza.
Dalla posizione di partenza in piedi, porsi davanti allo specchio quadrettato, mettere in linea la colonna vertebrale, le spalle, il bacino, indi portare le spalle indietro, contrarre gli addominali e assumere la postura corretta.
Esercizi di mobilizzazione
Dalla posizione in ginocchio, braccia in alto, flettere il busto in avanti, tenendo il palmo delle mani in appoggio sul pavimento, con leggera flèssione e successiva estensione della colonna vertebrale.
Dalla posizione di partenza in piedi, salire sul primo grado con dorso alla spalliera, braccia semi piegate, mani in presa allo staggio. Spingere in avanti gli addominali mantenendo le scapole in appoggio.
Esercizi di tonificazione
Da seduti con gambe unite e piegate, mani che afferrano le ginocchia, regola sulla schiena e tornare alla posizione di partenza. Ripetere. Le mani sono sempre in presa.
Dalla posizione di decubito prono (ventre a terra), braccia semi piegate, mani afferrano un bastone in appoggio dietro le scapole, distendere le braccia in avanti completamente, espirare e ritornare alla posizione di partenza.Â
Dalla posizione di partenza quadrupedica, con palmo delle mani a terra, dita volte verso l'interno, effettuare delle iperestensioni (sella) e successive flessi (gobba).
Il capo si estende e si flette assecondando la curvatura del rachide.Â
Dalla posizione di partenza quadrupedica, con palmo delle mani a terra, dita volte verso l'interno, effettuare movimenti di iperestensione del rachide flettendo il busto e le spalle il più vicino possibile al suolo.Â
Esercizi da non fare!
Alcuni esercizi da evitare assolutamente per chi soffre di scoliosi in quanto causano un aggravamento della iperlordosi lombare.
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II metodo Niederhoffer e il metodo Klapp Due sono le principali metodologie cui si ricorre per la correzione delle curve della scoliosi.
Il metodo Niederhoffer suggerisce di tonificare la muscolatura dal lato della concavità della curva con esercizi isometrici effettuati nelle varie posizioni di decubito laterale o prono, cosicché la correzione della curva della scoliosi sarebbe raggiunta procedendo sulla direzione del raggio di curvatura.
Il metodo Klapp, che è uno dei più frequentemente utilizzati, parte dalla considerazione che gli animali a quattro zampe non presentano alterazioni della colonna vertebrale, dà cui si deduce che:
a. in posizione orizzontale il rachide non è sottoposto alla forza di gravitÃ
b. i muscoli dorsali si trovano in stato di riposo;
c. il lavoro sulla colonna vertebrale è più efficace;
d. è possibile sfruttare i movimenti della gabbia toracica;
e. esiste una costante fra il centro della curva e la direzione del piano sagittale del corpo.
Gli esercizi del metodo Klapp avranno effetti diversi a seconda dei punti di azione sulla colonna vertebrale; saranno mobilizzanti, di estensione (tendenti al massimo allungamento), di riequilibrio nervoso e muscolare, scolare, propriamente correttivi
Scapole alate
Si hanno scapole alate nel caso in cui il margine vertebrale e l'angolo inferiore della scapola risultino slittati in avanti sulla gabbia toracica. Le scapole sono legate a vari gruppi muscolari, che fanno parte dell'articolazione scapolo-omerale; essi assolvono a diversi movimenti e, se funzionano correttamente, fissano le scapole al tronco. Le scapole alate sono causate dalla paralisi del muscolo gran dentato o da patologie delle articolazioni o delle ossa della spalla; si parlerà , in questo caso, di dismorfismo.
Spesso però le troviamo associate ad altri paramorfismi come il dorso curvo, il portamento rilassato e l'atteggiamento scoliotico.
Le scapole alate si evidenziano nell'età puberale per debolezza dei muscoli fissatori delle scapole e tendono a scomparire col tempo.
Esercizi correttivi
Dalla posizione seduta, gambe incrociate, mani alla nuca, spingere di seguito i gomiti per avanti dietro.
Dalla posizione di partenza, seduti gambe incrociate, braccia flesse, mani al petto, palme in giù, spingere in più tempi i gomiti all'indietro.
Dalla stessa posizione di partenza, slanciare le braccia verso l'alto e all'indietro,
Piede piatto
Il piede poggia su tre arcate: mediale, laterale e anteriore. Schiacciate da un elevato peso corporeo, queste possono appiattirsi e generare il piattismo. Questo paramorfismo compare con evidenza fra il terzo e il settimo anno, ma tende a scomparire con il passare del tempo. II piede piatto acquisito sembra che sia dovuto a una lassità dei legamenti e dei muscoli che devono sostenere la volta plantare e spesso è associato a un leggero valgismo delle caviglie e delle ginocchia. Costituisce un fattore fortemente limitante nelle attività sportive. Per correggere il piattismo si ricorre solitamente all'uso del piantare, associato a esercizi correttivi mirati, fra questi quelli delle dita dei piedi che cercano di afferrare gli oggetti.
Camminare in avanti sui talloni, le dita dei piedi flesse verso il basso.
Dalla posizione di seduti, le gambe leggermente divaricate, raccogliere delle palline con le dita dei piedi flesse verso il basso e successivamente farle cadere in un contenitore.
Stessa posizione di partenza dell'esercizio precedente, afferrare e alzare con la flessione delle dita dei piedi un fazzoletto.
Ginocchio valgo
Si parla di ginocchio valgo quando le ginocchia si toccano fra loro, mentre le caviglie rimangono distanti alcuni centimetri l'una dall'altra e formano la caratteristica X. Alcuni autori sostengono che il ginocchio valgo è dovuto a un rilassamento dei legamenti del ginocchio. Si ha in pratica una deviazione del normale asse calcagno-tibia-femore, per cui viene a formarsi in corrispondenza del ginocchio o della caviglia un angolo aperto in fuori.
Questo disturbo può comparire sia nell'infanzia sia nell'adolescenza e colpisce prevalentemente il sesso maschile.
Solo se si interviene in questo periodo si possono ottenere discreti risultati. Oltre agli esercizi specifici di ginnastica correttiva vengono consigliati i plantari che, modificando le linee di spinta sul ginocchio, permettono di sviluppare una corretta azione del movimento consentendo un miglioramento della deambulazione.
Esercizi correttivi
Dalla posizione di partenza in piedi camminare sui ceppi con l'inclinazione bassa verso l'esterno.
Dalla posizione seduta, gambe incrociate e piegate, spingere con le mani le ginocchia verso il basso.
Dalla posizione seduta, con le caviglie unite, distendere le gambe in avanti, tenendo contemporaneamente stretto fra le ginocchia un cuscino