Hayato Osawa

Intervista al M° Osawa Hayato
Il Maestro Osawa Hayato è presente in Italia da ormai quasi dieci anni, prima su invito dell'Associazione Aiko e successivamente dell'Aikikai d'Italia. Lo abbiamo incontrato per voi.
Il M° Osawa Hayato, 8° dan, nato il 26 gennaio 1956, è uno degli insegnanti di punta dell'Aikikai Hombu dójo (scuola centrale dell'Aikikai a Tokyo). Oltre che in Italia, ha condotto e conduce seminari in Canada, Stati Uniti, Spagna, Francia, Belgio, Russia e Sud Africa.
Il primo seminario del M° Osawa con Aikikai d'Italia si tenne nel febbraio del 2012 su invito del M° Fujimoto. Da allora la presenza del M° Osawa in Italia è stata costante negli anni e ha rappresentato e rappresenta un'importantissima occasione di studio per molti praticanti della nostra associazione.
Il M° Osawa è una persona riservata e silenziosa, ma il suo silenzio è il silenzio di colui che ascolta molto e parla solo quando è necessario.
La sua sensibilità e capacità di ascolto è molto rispettata e temuta poiché quando parla è estremamente preciso e centrato pur rimanendo molto rispettoso nei toni e nell'esposizione.
Tale caratteristica umana è esattamente ciò che colpisce di più anche dal punto di vista tecnico. Pur essendo conosciuto per la dinamicità e velocità dell'esecuzione, l'elemento più profondo e significativo, che è poi la cifra della maestria, è la sua assoluta precisione e dominio dell'intervallo {ma-ai) sia spaziale che temporale.
Ciò gli permette di compiere il gesto aiki-doistico con una determinazione che va con assoluta chiarezza nella direzione dell’Aiki Ittó {no kokyù), concetto fondamentale citato più volte dal nostro Direttore didattico. Chi ha partecipato con assiduità ai seminari del M°Òsawa in tutti questi anni, ha avuto il grande privilegio di poter "entrare" nel meccanismo e nella meticolosa costruzione didattica del Maestro dove nulla è lasciato al caso e nessuno è lasciato indietro.
Questo ci ha permesso di comprendere perché il compianto M° Fujimoto abbia voluto farci conoscere il M° Osawa e il M° Tada abbia avallato tale decisione, pur essendo il M° Osawa apparentemente così "diverso" nella Forma dai nostri maestri di riferimento. Quella che segue è la trascrizione dell'intervista-conversazione avvenuta a Laces nel luglio del 2019.
DOMANDA
L'aikidó è un'arte marziale moderna che il Fondatore Ueshiba Morihei ha creato basandosi sulla sua grande esperienza nelle arti marziali tradizionali giapponesi. Quale è il compito e lo scopo dell'aikidó nell'epoca attuale, secondo lei?
OSAWA:
Io penso che innanzitutto il nostro compito sia quello di diffondere l'aikidó secondo gli insegnamenti che O Sensei ci ha lasciato. Inoltre avendo detto O Sensei che attraverso l'aikidó si debba contribuire alla pace nel mondo, penso che nell'essenza, nel suo significato più profondo, sia questo il nostro scopo finale. Tuttavia per far ciò è necessario riflettere continuamente e in profondità sul "come", sul nostro modo di praticare, perché altrimenti vi è il rischio che non si riesca a raggiungere questo scopo.
DOMANDA
L'aikidó ha ormai una grande diffusione nel mondo. Lo scambio con culture differenti in che modo ha arricchito l'aikidó e allo stesso tempo a cosa bisogna far attenzione, secondo lei, per mantenere integro il suo messaggio più importante?
OSAWA
In merito allo scopo di cui si parlava prima, penso sia importante non chiudersi. Inoltre è importante continuare a riflettere incessantemente sullo stato del proprio aikidó mantenendo sempre come guida, come riferimento il Dóshu attuale. È molto importante avere ben presente gli insegnamenti del Dóshu attuale.
DOMANDA - L'Hombu dójó è frequentato oltre che dai praticanti giapponesi, da praticanti provenienti da tutto il mondo. Qual'è la sua importanza nel mondo dell'aikidó secondo lei?
OSAWA - Innanzitutto la centralità dell'Hombu dójó più che per il suo aspetto di luogo fisico, è legata alla presenza del Dóshu attuale. È perché vi risiede il Dóshu che tutti vengono a praticare all'Hombu dójó. Chiaramente i praticanti frequentano l'Hombu anche per seguire i vari maestri che insegnano all'Hombu e praticare con loro, ma essenzialmente il motivo è che li risiede il Dóshu.
DOMANDA - Qual'è secondo lei l'atteggiamento fondamentale da tenere presente nella pratica?
OSAWA - Il Fondatore ci ha lasciato detto che l'aikidó non è solo una Forma o un allenamento attraverso la Forma (katageiko), ma allo stesso tempo anche che basta una minima differenza [ichi buichirìn ) per cui una tecnica cessi di essere tale, ovvero che sia essenziale che la Forma sia sicura e precisa. Due affermazioni apparentemente opposte. Ha anche detto che la tecnica eseguita "ieri" è già diversa "oggi", ma allo stesso tempo che la minima imprecisione rende la tecnica inefficace e quindi di praticare bene la Forma... è molto difficile comprendere cosa abbia voluto trasmetterci O Sensei. Io non sono in grado di giudicare, ma per quanto mi riguarda ritengo che l'aikidó sia un katageiko, allenamento attraverso la Forma. Nel senso che si tratta di un apprendimento attraverso la ripetizione continua della Forma. Che cosa sia esattamente questa Forma può essere oggetto di tante interpretazioni che sarebbe necessario chiarire, tuttavia in sostanza penso si tratti di privilegiare un allenamento in cui si continui a ripetere più volte possibile un gesto semplice. Ad esempio un shomenuchi ikkyo può essere presentato in modi molto diversi a seconda dell'insegnante, ma penso che sia cosa buona iniziare con il ripetere quella determinata Forma con coscienza e con semplicità, continuando a ricercare e a studiare, riflettendo su come sia apparso in questo mondo shomenuchi ikkyo, quale fosse la Forma originaria di shomenuchi ikkyo. Prima di questa intervista stavamo parlando degli appunti che prese il M° Takeshita Isamu quando invitò a Tokyo Ó Sensei. In questi appunti lui scrive che l’ aikidó "non è una mera ripetizione della Forma". Io ho parlato prima di Forma, ma ritengo fondamentale allo stesso modo anche la ricerca e l'approfondimento di che cosa si intenda quando si dice "non è una mera ripetizione della Forma".
DOMANDA- Attualmente presso l'Honbu dójó generalmente non vengono insegnate le armi. Qual'è la sua opinione sull'uso del bokutó e del jó nell'ambito dell'aikidó?
OSAWA - Su questo c'è il rischio di essere fraintesi. È certo che O Sensei oltre alle tecniche a mano nuda abbia fatto uso del bokutó e del jó, tuttavia non si può rispondere con esattezza se abbia voluto lasciarci o sia stato possibile trasmettere tale Forma nell'epoca successiva alla sua scomparsa. Ciò che per me risulta significativo nell'aikiken e nell'aikijó di O Sensei non è tanto il kumitachi, quanto l'utilizzo della spada per apprendere il modo di entrare "istantaneamente", ovvero della capacità di cogliere l'Istante. Penso si possa parlare dell'importanza dell'aikiken e dell'aikijó in questo senso. Si tratta di un punto molto delicato... È certo d'altra parte che Ó Sensei praticasse il kumitachi, lo praticava anche il M° Kisshòmaru e anche il M° Saito. Anche altri maestri come ad esempio il M° Hiki-tsuchi lo hanno fatto. Tuttavia se il Dòshu Kisshòmaru non ha ritenuto di lasciare qualcosa di preciso in questo senso, è difficile trovare un modo per poter praticare... questa è una questione complessa e di difficile soluzione...
DOMANDA - Quale è stata l'importanza del Dóshu Kisshòmaru?
OSAWA- Penso sia stata una persona e un Maestro che ha preso su di sé la responsabilità dell'aikidó dopo O Sensei e vi abbia dedicato la sua vita intera.
Non lo ha mai espresso a parole, ma aveva, come dire, accettato di "essere" l'aikidó e aveva la certezza di rappresentare l'aikidó. Non ne parlava, né si è mai atteggiato a persona importante, ma dentro di sé sentiva questa grande responsabilità. Dopo la dipartita di O Sensei c'erano tanti maestri più anziani di pratica del Dòshu Kisshòmaru, però ricordo, quando lo accompagnavo nelle trasferte all'estero, di aver sempre avuto l'impressione che dentro lui sentisse con forza di "essere" e di rappresentare l'aikidó.
DOMANDA -C'è qualche consiglio o qualcosa che augura soprattutto alla giovane generazione di praticanti di aikidó?
OSAWA - Quando mi hanno accettato nell'Honbu dòjó la cosa più bella è stata la possibilità di poter incontrare molti insegnanti diversi tra loro. Come si sa, mio padre (Kisaburu Osawa) praticava aikidó e se avessi praticato solo ed esclusivamente sotto di lui penso che sarei molto diverso da come sono adesso. A partire dal Dóshu Kisshòmaru, mi è stato permesso di allenarmi con tanti maestri e i maestri che si sono trasferiti all'estero dalla seconda metà degli anni sessanta come il M° Tamura, il M° Yamada, il M° Chiba mi hanno invitato a partecipare ai loro seminari e praticare insieme. Tutto questo, la possibilità di incontrare tanti maestri differenti, hanno fatto di me ciò che sono ora. Per questo auguro ai giovani praticanti che attraverso esperienze simili, possano mettersi alla prova in differenti contesti e ambiti.
DOMANDA - Se dovesse descrivere ai giovani il fascino e la bellezza dell'aikidó, se dovesse consigliare loro di praticarlo... perché dovrebbero fare una simile scelta ?
OSAWA - (sorridendo...) Le confesso che non saprei dire quale sia il fascino dell'aikidó... Personalmente il periodo in cui mi sono "divertito" di più, se così si può dire, in cui ho provato più entusiasmo è stato nel periodo universitario, prima di entrare a far parte dell'Honbu dójó. All'epoca, ad esempio, pensavo quanto fosse bella e affascinante la tecnica di un determinato maestro e cercavo di seguirlo al massimo delle mie capacità... Quello era un bel periodo, pieno di entusiasmo. Tuttavia non appena sono entrato nell'organico dell'Honbu dòjó quel divertimento, quell'entusiasmo, non è che sia scomparso, ma è come se fosse cambiato tutto, diventato altro... Può darsi che abbia provato soddisfazione, nell'illusoria consapevolezza di essere diventato più forte, di essere migliorato, oppure nel ricevere gli apprezzamenti come insegnante o per un enbu, ma a dire il vero quell'entusiasmo era perduto, si era tramutato in qualcos'altro... Più che consigliare di praticare aikido, se per qualche motivo capitasse a un giovane di entrare in questo mondo vorrei che potesse sentirne la Bellezza, di poter essere in grado di insegnarla e trasmetterla. Ma si tratta di un compito difficile...
DOMANDA -In fine... quale atteggiamento ritiene più importante nell'insegnamento dell'aikidó? Riflettere in profondità sull'insegnamento di O Sensei e dedicare tutto se stessi in tale insegnamento.
OSAWA- Riflettere in profondità sull’insegnamento di O Sensei e dedicare tutto se stessi in tale insegnamento.
Koji Watanabe