Hagakure

 

IL CODICE SEGRETO DEL SAMURAI

 

  • Hagakure è una delle opere più significative tramandateci dalla tradizione giapponese. La sua importanza è dovuta al fatto che ci trasmette l'antica saggezza dei samurai sotto forma di brevi aforismi, dai quali emerge lo spirito del Bushido:
  • la Via del samurai.
  • L'autore Yamamoto Tsunetomo apparteneva al feudo di Saga, dominato dalla dinastia dei Nabeshima. II fondatore del clan, Naoshige Nabeshima (1538-1618), prese parte a numerose battaglie e cominciò a combattere contro il clan dei Tokugawa, dando inizio a un'ostilità che si perpetuò per tre generazioni. Uomo di carattere fu anche suo figlio e successore Katsushige (15801657), valoroso daimio al quale è dedicato Hagakure. Mitsushige Nabeshima (1632-1700), nipote di Katsushige, che fu elevato a rango di daimio di Saga quando il periodo delle guerre civili era giunto al termine, era un uomo colto, educato a Edo, la capitale in cui risiedeva lo shogun; fu un amministratore più che un guerriero, non avendo mai partecipato alle attività militari che avevano impegnato Naoshige, il bisnonno, e Katsushige, il nonno. Fu Mitsushige a consolidare le sorti del clan dei Nabeshima.
  • La nuova epoca di pace portò prosperità, vide il fiorire dell'economia e la crescita della classe dei mercanti, ma ciò fu accompagnato dalla crisi della classe militare; senza un continuo stato di guerra, infatti, la figura del samurai perdeva d'importanza: i daimio avevano bisogno di validi amministratori, non di rudi guerrieri. Yamamoto Tsunetomo, nacque nel 1659, quando Mitsushige Nabeshima era al potere da due anni e visse in pieno questo periodo storico, tuttavia non accettò mai il, cambiamento e si fece propugnatore degli antichi ideali dei samurai. Palesando un certo rimpianto per il passato, riscontrabile in alcuni passi di Hagakure, visse nel rispetto dell'antico codice della classe militare. A nove anni entrò a servizio del daimio; a venti non ricopriva ancora una carica ufficiale, ma iniziava a farsi strada.
  • A quel tempo incontrò il monaco zen Tannen, un uomo di forte volontà e integrità, la cui conoscenza lo segnò profondamente, come dimostrano i numerosi passi di Hagakure in cui il suo pensiero viene portato a esempio. Un'altra figura decisiva per Tsunetomo fu Ishida Ittei, consigliere del daimio e dotto confuciano, che fu per l'autore il modello dell'estrema fedeltà. Scomparso Mitsushige, nel 1700, Yamamoto non poté fare seppuku, perché il suo stesso dai mio aveva proibito tale pratica con un decreto nel 1661, ripreso nell'anno successivo anche dallo shogun.
  • Gli venne però concesso di diventare monaco buddhista e di ritirarsi in isolamento; con la tonsura egli dimostrò la sua volontà di seguire idealmente il suo daimio nella morte. Così, all'età di quarantadue anni, decise di vivere in preghiera e meditazione nel monastero di Kurotsuchibaru, a dodici chilometri da Saga. Dieci anni dopo ricevette la visita di Tashiro Tsuramoto, che divenne suo allievo e che, per sette anni, trascrisse le loro conversazioni e le raccolse negli undici volumi che costituiscono Hagakure.
  • Yamamoto Tsunetomo ci tramanda, attraverso la penna dell'allievo, il codice dei samurai e l'ideale di vita che guidò tutta la sua esistenza. Benché Tsunetomo avesse espressamente ordinato di bruciare il manoscritto alla sua morte, Tsuramoto lo fece circolare tra i samurai del feudo di Saga, dove divenne il testo fondamentale segreto dell'etica marziale.
  • Per oltre centocinquant'anni Hagakure fu il libro segreto dei samurai e fu considerato alla stregua di un testo sacro. Solo con la restaurazione Meiji, nel 1868, fu divulgato, e venne pubblicato per la prima volta nel 1906 con il titolo che conosciamo, diventando il libro giapponese più celebre e controverso di ogni epoca. Conobbe infatti alterne vicende: già oggetto di grande rispetto e considerazione dai membri del feudo di Saga, venne strumentalizzato, nella prima metà del Novecento, quando fu interpretato in modo parziale e fazioso per indurre il popolo alla cieca obbedienza verso l'imperatore.
  • Con l'inizio della Seconda guerra mondiale si assistette all'apice della sua mistificazione: la nota affermazione «la Via del samurai è la morte» fu portata alle estreme conseguenze e alimentò il fanatismo dei giovani arruolati nel corpo speciale dei kamikaze. Gli Alleati videro in Hagakure la causa dei militarismo e dell'esaltazione dei soldati giapponesi, e lo misero al bando al termine del conflitto: migliaia di copie furono bruciate sotto il controllo severo dello SCAP (Supreme Command Allièd Powers).
  • Fu con il suicidio pubblico di Yukio Mishima, nel 1970, che l'opera raggiunse il grande pubblico  occidentale; per il noto romanziere del Sol Levante essa era un libro fondamentale, un'importante fonte di ispirazione, come mostra il commento che ne fece nella Via del samurai. Mishima decise di darsi una morte terribile eseguendo il seppuku, il suicidio rituale della tradizione, in segno di protesta per la perdita di valori dilagante nella società giapponese a lui contemporanea e in nome degli alti ideali contenuti appunto nel libro segreto dei samurai.
  • La parola Hagakure è composta da due ideogrammi che significano «foglia» e «nascondere», perciò il titolo potrebbe essere tradotto con l'espressione «nascosto dalle foglie». L'opera è composta da undici volumi, introdotti da un brano intitolato «Conversazione leggera nell'oscurità della notte», divisi a loro volta in 1343 brevi passi. I primi due libri contengono i precetti generali sulla Via del samurai; il terzo, il quarto e il quinto narrano aneddoti della vita di Nabeshima Naoshige, fondatore del feudo di Saga. I volumi dal sesto al decimo raccolgono notizie di daimio o illustri personaggi di altri feudi, l'undicesimo libro riassume quanto trattato nei precedenti. Letto e interpretato nel modo corretto, Hagakure rivela un pensiero complesso e positivo, che non ha nulla a che vedere con la totale sottomissione ai superiori o con l'esaltazione del suicidio. L'obbedienza è un valore ovunque celebrato nel libro, così come la fedeltà al proprio daimio, ma questi ideali non mancano del sostegno di una forte volontà e di una scelta ponderata e sempre rinnovata. Morire per tali valori è un principio basilare dell'etica dei samurai, ma, contrariamente all'interpretazione comune, non si tratta della morte fisica, bensì di sopprimere il proprio Ego e la propria soggettività per raggiungere la perfezione nella fedeltà ai propri ideali. Anche il seppuku non è il suicidio della cultura occidentale, vale a dire quello indotto dalla disperazione e dal rifiuto della realtà, bensì la manifestazione della lealtà verso il dovere e dell'esaltazione di ideali morali umani.
  • Questo insegnamento riguardo alla morte è estremamente prezioso e attuale: attraverso la vittoria sulla paura di morire, ottenuta volgendo costantemente il pensiero alla fine ed essendo consapevoli deÃŒl'impermanenza dell'esistenza, l'uomo raggiunge la libertà e la pace interiore. Ciò non significa rassegnarsi e percepire la vita con pessimismo al contrario, vuoi dire cogliere la gioia e la bellezza racchiuse in ogni singolo istante e vivere il momento presente in modo cosciente, nella sua unicità. Come dice il testo: «Di certo esiste solo il particolare scopo del momento presente. Tutta la vita è fatta di momenti che si susseguono. Una volta compresa questa regola fondamentale, il samurai non deve più manifestare impazienza né porsi altri scopi» (II, 17). La Via dei samurai non si radica nella violenza né nella ricerca dei profitto personale, il suo fine non è quello di vincere gli altri, ma se stessi. È necessario essere oggi migliori di ieri e domani migliori di oggi, percorrere la Via per tutta la vita, poichéConcisi e profondi, molto agevoli alla lettura, gli insegnamenti di Tsunetomo, che hanno un'impostazione intuitiva piuttosto che razionale, racchiudono il binomio zen - arti marziali, cosa che li rende vivi oggi come trecento anni fa. Anche il regista Jim Jarmusch ha costruito il suo film Ghost Dog. The Way of the Samurai come una serie di variazioni intorno ad Hagakure, rendendocene l'essenza nella figura di un killer-samurai moderno interpretato da ForestWhitaker. In conclusione, Hagakure è un invito alla riflessione e uno stimolo per chi intende usare il Libro dei samurai come strumento per la ricerca interiore.
  • Per un samurai l'unica cosa che conta dovrebbe consistere nel compiere il proprio dovere.
  • Alla maggior parte delle persone non piace il proprio lavoro, esse ritengono più interessante quello altrui, e ciò causa invidie e porta disgrazie.
  • Buoni modelli di uomini dediti al loro ufficio sono il daimio Naoshige e il daimio Katsushige. Tutti i samurai di quel tempo compivano il loro dovere. Coloro che appartenevano alla classe superiore cercavano di servirsi di uomini abili, mentre quelli delle classi inferiori desideravano essere utili: gli intenti di queste due classi erano gli stessi, e la forza del feudo era assicurata dal loro accordo.
  • Le dure prove e le fatiche affrontate da Naoshige sono indicibili. In battaglia, sporco di sangue e madido di sudore, diverse volte fu sul punto di fare seppuku, ma si trattenne per il bene del feudo. Anche Katsushige all'inizio si trovò nella medesima situazione, ma resistette e, alla fine, diventò il daimio del feudo. Una volta disse:
  • In tempo di pace i costumi si corrompono, si dimentica la guerra, si vive nel lusso, la decadenza spirituale e materiale avanza e infine il feudo va in rovina. I vecchi muoiono e i giovani sono interessati solo alle mode.
  • Forse tramandando la storia del feudo con un libro, le generazioni future potranno conoscere il passato e comprenderne l'essenza. Katsushige dedicò tutto il resto della sua vita alla scrittura. Sebbene io non conosca le tradizioni segrete del feudo, i samurai anziani raccontano che l'arte della guerra veniva insegnata al nuovo daimio e trasmessa di generazione in generazione. Katsushige conservava importanti libri di precetti che erano consegnati al daimio al momento della sua investitura. Possedeva anche un taccuino di carta in cui si trattavano gli usi e i costumi della casa del daimio, gli uffici interni, il potere centrale e la descrizione dettagliata di arti e mestieri. Grazie a quest'opera inestimabile il feudo ha potuto prosperare a lungo. Sebbene io sia indegno, prego l'attuale daimio di non dimenticare le dure prove e i sacrifici di Naoshige e di Katsushige, di leggere i libri tramandati fino a lui e di averli a cuore a ricordare sempre il clan, pur trovandosi in esilio sulle montagne o sepolto sotto terra. Questa è l'aspirazione massima e la risoluzione di un servitore della casa di Nabeshima. Sebbene affermarlo sia sconveniente per la mia condizione di monaco, non aspiro a diventare un buddha.
  • Piuttosto la mia volontà è guidata dalla ferma risoluzione di contribuire alla prosperità del feudo, e di rinascere come samurai di Nabeshima per sette volte. Per questo non servono né forza né talento, ma il desiderio di assumersi la responsabilità del feudo. Come può un uomo essere inferiore a un altro? La disciplina è inutile senza un grande coraggio. Se egli non è determinato a mandare avanti il clan anche da solo, tutta la sua disciplina finirà in nulla. Come un bollitore per il tè si scalda e si raffredda facilmente, così accade per l'entusiasmo, ma esiste un modo per impedire che ciò avvenga.
  • Ecco i miei quattro voti: non essere mai inferiore a nessuno nella Via del samurai;
  • essere utile al daimio; praticare la pietà filiale; mostrare grande compassione e agire per il bene dell'umanità.
  • Se ogni mattina si dedicano questi quattro voti agli dèi e ai buddha, si avrà la forza di due uomini e non si indietreggerà mai, ma, come un bruco, si avanzerà lentamente, un poco alla volta. Anche gli dei e i buddha iniziarono con un voto.

 

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