Clan Feudale Hosokawa
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La storia e le origine del Clan degli Hosokawa durante l’epoca della alta
cultura Ashikaga
 (1333- 1573)
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- Takauji fu il fondatore di una dinastia di shògun Ashikaga che diedero il proprio nome ai due successivi secoli di storia giapponese. Trascorse l'intera vita sui campi di battaglia, mettendo tutte le proprie energie al servizio del rafforzamento dello shògunato, e a tale scopo ricorrendo con disinvoltura alla forza delle armi. Il nipote di Takauji fu il famoso esteta Ashikaga Yoshimitsu(1358-1408), che nel 1368 divenne shògun e promosse una rinascita della tradizione artistica Zen ispirata alla Cina Sung. Yoshimitsu non contava neppure dieci anni quando divenne shògun, per cui i primi del suo regno furono caratterizzati........................................dalla reggenza di personaggi del clan Hosokawa, i quali tolsero di mezzo ogni residua dissidenza col risultato che, quando Yoshimitsu divenne maggiorenne, si sentì abbastanza forte da poter percorrere in lungo e in largo il paese, visitando santuari e iscrivendo per sempre il proprio nome nella storia del Giappone; ma, cosa ancor più importante, non perse mai di vista ciò che avveniva all'estero, incoraggiando gli scambi commerciali con la Cina.Per sua fortuna, il paese godeva di sufficiente pace e stabilità per permettergli di dedicarsi ai suoi capricci, soprattutto perché aveva perso quasi completamente l'interesse per ogni attività di governo. Tutto preso da estetismi e arte Zen, si ridusse a essere una sorta di sovrano monastico i cui infelici sudditi erano abbandonati a se stessi e a una serie di carestie ed epidemie intervallate da guerre tra capi provinciali. Ciò non toglie che i contadini non fossero insensibili alle aspirazioni del sovrano, che pure costavano loro tanto care, e si vuole che la sua reputazione sia sopravvissuta sino al XIX secolo a opera di abitanti delle campagne che si recavano in pellegrinaggio a un tempio dove sorgeva una statua dello shògun Ashikaga. Al di là delle sue carenze personali, Yoshimitsu può dirsi il maggior responsabile dell'affermazione dell'arte Zen. I suoi contributi furono di vario tipo: fondò un monastero Zen che divenne il centro della scuola di pittori paesaggisti dell'epoca; contribuì largamente allo sviluppo del teatro Nò; il suo esempio e il suo incoraggiamento promossero in larga misura l'identificazione tra Zen e arte dei giardini; dedicandosi alla zazen sotto la guida di un celebre monaco Zen, diede il buon esempio alla sua guerresca corte; la sua passione per il tè e la poesia valsero a gettare le fondamenta per lo sviluppo della cerimoniadel tè quale manifestazione estetica, oltre a promuovere le propensioni letterarie dei guerrieri suoi seguaci; infine, l'interesse da lui nutrito per l'architettura di ispirazione Zen ebbe per conseguenza la fondazione di uno dei più celebri edifici Zen dell'arcipelago. Nel 1394, Yoshimitsu abbandonò il trono per entrare a far parte di un ordine monastico; gli succedette il figlio di nove anni, mentre egli, ritiratosi in un palazzo alla periferia di Kyòto, si dedicava alla costruzione di un luogo di meditazione. Questo divenne noto con il nome di Padiglione d'Oro ovvero Kinkaku-ji: si tratta di una casa da tè in legno a tre piani, che è considerata un modello di bellezza architettonica. Purtroppo, la mancanza di interesse per gli affari dello stato,ebbe come conseguenza la dissoluzione della struttura politica nipponica: la funzione dello shógun si ridusse a un ufficio puramente simbolico. In tal modo, l'effettivo potere passò nelle mani dei signori feudali locali, ovvero daimyò, che possedevano immensi domini, levavano proprie armate ed esercitavano un potere assai maggiore dei samurai dei tempi andati. Nel 1464, Yoshimasa si decise pertanto a rivolgersi a uno dei suoi fratelli, appartenente a un ordine monastico, persuadendolo a sottoporsi ad apprendistato per diventare a sua volta shógun. Il fratello si mostrò saggiamente esitante. Unn anno dopo, la moglie Tomi-ko metteva al mondo un bambino, creando così le premesse per la lotta che avrebbe finito per distruggere Kyòto e segnato il tramonto del periodo Ashikaga della cultura Zen. Caso voleva che già esistessero ostilità tra il principale consigliere di Yoshimasa, Hosokawa Katsumoto, e il suocero di questi, Yamana Sòzen. Alla nascita del figlio di Yoshimasa, Hosokawa, appartenente alla storica famiglia di reggenti Ashikaga, si dichiarò a favore della permanenza sul trono, in qualità di shògun, del fratello di Yoshimasa; l'ambiziosa Tomiko si rivolse allora a Yamana nel tentativo di assicurarsene l'aiuto al fine di restituire lo shògunato a Yoshimasa e quindi al proprio figlio. Adesso che finalmente disponevano di un valido pretesto per entrare apertamente in conflitto, i due vecchi avversari, Yamana e Hosokawa, radunarono i rispettivi eserciti, ciascuno di quasi ottantamila uomini, schierandoli davanti a Kyòto. A tutti era ormai evidente la tragicità della situazione, e invano Yoshimasa tentò di pacificare gli animi. Ma la sua voce restò inascoltata, e nel 1467 si iniziò l'inevitabile conflitto che oggi va sotto il nome di guerra Hònin.................................................
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