Mio Nonno O-Sensei

MORIHEI UESHIBA-  il Fondatore dell'Aikido

 

 

 

Morihei e Moritheru Ueshiba

  • Ogni volta che penso al Fondatore, ricordo Iwama nella prefettura di Ibaragi. Il Fondatore e mia nonna si erano trasferiti in questa piccola città: dopo la guerra, egli vi si stabilì per perfezionare la «VIA» nella naturale atmosfera di un allenamento all'aperto. Io ero solito trascorrere l'estate e le vacanze invernali della scuola, fuori in campagna con i miei nonni. Il sentiero per il Tempio dell'AIKI era fiancheggiato da alberi di ciliegio e il Dojo era circondato da alberi di castagno che davano al luogo l'atmosfera ideale per l'allenamento. L'andare verso lwama, tra i campi che si estendevano verso le svettanti cime del Monte Atago e le foreste tutto intorno, era una delle cose che da ragazzo non vedevo l'ora di fare. Solo ad Iwama io mi svegliavo al suono della sirena e alla voce del conducente che annunciava la fermata. Ricordo un giorno mentre stavo giocando nelle vicinanze del Tempio dell'AIKI in compagnia di alcuni studenti del posto, quando uno di noi ruppe un ramo di ciliegio in fiore. Avvenne che il Fondatore, che stava passando da quelle parti, non sgridò il giovane; al contrario un sorriso apparve sul suo volto e disse: «non l'hai fatto apposta per cui non preoccupartene». Sarebbe stato naturale che egli si arrabbiasse ma quando dimostrò di non esserlo il ragazzo ne risultò persino imbarazzato. Io fui sorpreso dalla gentilezza del Fondatore. Un'altra volta durante le feste di Capodanno i giovani allievi stavano preparandosi a pestare il riso per i dolci (o mochi). Di solito per questo lavoro, usavano un grosso mortaio di pietra, che non riuscivano a portar fuori dal magazzino. Il Fondatore li stava osservando da una parte e nonostante superasse abbondantemente i 70 anni si alzó e lo spostò con grande facilità. Naturalmente mi era già stato riferito da molte persone della sorprendente forza del Fondatore, ma constatarla nella realtà fece un enorme impressione su di me e sulla mia giovane mente. Intorno alla metà degli anni '50, grazie agli sforzi di mio padre , L'AIKIDO cominciò a diffondersi in parecchie regioni e si andarono formando centri nelle Università. Così il Fondatore cominciò a trascorrerecirca 15 giorni al mese a Tokyo.
  • Mentre stava in città si divertiva a vedere alla televisione i programmi di Samurai. Ricordo che mi chiamava chiedendomi « Moritheru ci sono dei bei programmi stasera?» e mi permetteva di vederli con lui, nella sua camera. Come potete vedere per suo nipote il Fondatore era un uomo affettuoso e perfettamente normale, nonostante nel Dojo i suoi allievi si trovassero di fronte un Maestro estremamente severo, soprattutto per quanto riguardava la forma. Se qualcuno dimenticava l'esatta etichetta egli esplodeva in rabbia. In quei momenti, anche se io ero piccolo mi era difficile avvicinarlo.
  • Dal 1960 il duro lavoro del Doshu fu quello di diffondere l'arte nel Giappone creando clubs e federazioni come Dojo distaccati, quasi ovunque qui in Giappone e oltremare. Intorno al 1950 quando 1'AIKIDO internazionale era agli albori, formò degli allievi con cui sono cresciuto e diventato adulto. Durante questo periodo era costume tenere delle dimostrazioni nazionali ogni estate, evento che rifletteva la crescita dell'arte del Fondatore. L'ultimo appuntamento alla fine di ogni anno era la conferenza e la dimostrazione da parte del Fondatore; piaceva a tutte le persone che lo ascoltavano, ed io ne ero sempre affascinato. Il motivo non era una semplice realtà della sua tecnica ma qualcosa come la cristallizzazione di una lunga vita di allenamento shugyo (continuo), che sembrava venir fuori in modo fluente, riempiendo l'arena con una meravigliosa energia persuasiva. Era il vero Sentiero dell'AIKI che noi seguiamo. Dopo aver iniziato le scuole superiori incominciai ad accompagnare mio nonno il Fondatore nei suoi viaggi. Durante questo tempo insieme, sentivo che il Fondatore era un uomo con cui era difficile stare insieme, ma malgrado tutto egli era qualche volta calmo e tranquillo. Ora capisco, ripensandoci, che io sono quel che sono grazie a lui. Nel 1968 l'attuale Hombu Dojo venne costruito accanto al vecchio edificio in legno del 1930, poi nell'Aprile del 1969 il Fondatore morì. Oggi a volte mi chiedo qualche volta che cosa mi piaceva del Fondatore. Come avete visto dagli esempi che ho qui menzionato, c'erano vari atteggiamenti in quell'uomo: nonno affettuoso; maestro severo. Ma in poche parole egli fu l'uomo che costruì lo spirito dell'AIKIDO passando attraverso il mondo della disciplina severa e austera. Mio padre ha ereditato lo spirito dell'AIKIDO dal Fondatore ed ha fatto  evolvere quest'arte in Giappone e in tutto il mondo. Io apprezzo profondamente la sua missione , perché ho sempre sentito in lui  una  rinnovata dedizione all'insegnamento dello spirito dell'AIKIDO e ancor un maggior lavoro per lo sviluppo e la popolarizzazione di quest'arte.
  • Moriteru UESHIBA 1983