Toshikazu Ichimura
INTERVISTA AL M° TOSHIKAZU ICHIMURA
di  Velia Cimino
Da Aikido, anno XVI-I, aprile 1986
Rivista ufficiale dell’Aikikai d’Italia, Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese
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- «Sono nato a Tokyo il 12 dicembre 1941. Nella mia famiglia tutti hanno praticato o praticano qualche arte marziale: mio padre il judo e il kendo, mia madre il naginata, il fratello maggiore il karate e il minore judo.
- Secondo me è l'Aikido l'arte che incarna il vero spirito del budo.
- Anche io avevo cominciato da molto giovane a praticare il judo, finché un giorno mi procurai una lesione ad un ginocchio e tutti i medici mi proibirono di continuare la pratica di qualsiasi arte marziale. Proprio in quel periodo mi capitò di vedere a Tokyo una dimostrazione di Aikido del Maestro Nishio e ne rimasi incantato. Così, contro il parere dei medici e contro tutte le difficoltà frapposte dai Maestri di Aikido cominciò la mia lotta per poter praticare.
- Infatti le difficoltà furono grandi, ma non a causa del ginocchio che non mi ha dato mai più fastidio, bensì perché nei Dojo non mi volevano accettare. Il motivo è semplice: io avevo allora quindici anni e a quell'epoca, che coincideva con gli inizi dell'Aikido, i giovani non erano ammessi alla pratica. Si teme molto lo spirito di competizione e tendenza agli eccessi propri della gioventù, che avrebbero fatto travisare sul tatami quei principi propri dell'Aikido e che non si accordano affatto con agonismo e simili tendenze «giovanilistiche».
- A forza di insistenze, presentazioni, e grazie alla mia precedente esperienza di judo riuscii a farmi accettare in un dojo; fu una dura scuola, anche perché proprio in quanto giovane non mi levavano mai gli occhi di dosso. Ma quello che avevo visto alla manifestazione di Nishio Sensei mi aveva appassionato tanto che neanche il superamento del test obbligatorio per entrare al dojo mi aveva spaventato.
- Nello stesso periodo cominciai a praticare anche lo laido, con lo stesso Maestro. In Giappone ho praticato per circa otto anni; i miei Maestri nel periodo dell'Università furono principalmente Nishio Sensei 8° dan e Kobayashi Sensei, 7° dan.
- Ho avuto modo però di praticare con tutti i Maestri dell'Hombu Dojo, compreso il Maestro Tada.
- Sono molto grato al Maestro Tada per il severo e durissimo allenamento a cui ci sottoponeva, una vera scuola di vita, oltre che di Aikido.
- Oggi non, si pratica più così duramente come agli inizi, le cose sono cambiate e gli allenamenti sono, per così dire, più leggeri. Ciò non vuol dire che gli allievi non progrediscano come una volta, o che un insegnamento «soft» sia meno completo ed efficace; vuol dire solo che le cose e i tempi sono cambiati e quindi i maestri mostrano la forma meno dura delle tecniche, pur se dentro di loro è presente la disciplina rigida e severa da cui hanno imparato. Del resto noi allora accettavamo e volevamo forme di insegnamento che oggi non sarebbero più accettate, non per differenze di qualità rispetto ai praticanti di oggi, ma semplicemente perché tutto, il mondo e le persone cambiano».
- DOMANDA :Le sue parole infuocate da aneliti racconti eroici e marziali mi fanno pensare al perché oggi non vi possa essere un analogo trattamento, perché non proporre un l'allenamento duro, rigido e severo;
- «Ricordo che noi, specialmente i più giovani, tremavamo quando ci passava accanto il Maestro Tada, e lanciavamo urla da perdere la voce, perché se il nostro Kiai non gli sembrava abbastanza convincente ci mollava robusti colpi di bokken sulle gambe, ed erano dolori».
- DOMANDA : Maestro ma col trascorre del tempo non si rischia che l’ Aikido si estingua continuando questo pratica eccessivamente morbida.
- «Non credo che l'Aikido potrà mai finire, perché non si tratta solo di una attività fisica, ma ha dietro uno spirito, una filosofia e un modo di vivere che difficilmente potranno estinguersi, ma piuttosto credo, e spero, che si espanderanno sempre di più.
- Riallacciandomi al discorso sulla mia vita, resta solo da aggiungere che terminati gli studi di Economia e Commercio all'Università fui scelto, col permesso del mio Maestro, per venire ad insegnare in Europa. E’ ovvio che non tutti i Maestri che si formano in Giappone, e sono centinaia, possono restare ad insegnare lì, così molti vengono mandati in tutto il mondo a diffondere l'Aikido. Così da molti anni anni mi trovo in Svezia.
- Devo dire che dalle prime volte ad ora che sono venuto in Italia ho notato molti cambiamenti. Prima le tecniche erano eseguite abbastanza bene ma non era facile praticare con tutti, anche se c'era qualche praticante a buon livello; adesso invece vedo che tutti praticano con gioia e si divertono, sul tatami si vedono molti sorrisi e inoltre tutti praticano ad un buon livello. Ora tutti possono praticare e migliorare, mentre prima solo i più resistenti andavano avanti. L'Aikido che si pratica oggi in Italia, ma anche altrove, è aperto e pulito e tutti sono in grado di seguirlo».
- Il Maestro Ichimura attraverso la sua connaturata simpatia e comunicativa ha superato ogni gap linguistico per la riuscita dell’intervista , la naturale disponibilità sia sul tatami che fuori da esso e fuori ha reso semplice un dialogo a due strappando alla penna queste parole. Vorrei aggiungere qualche mia impressione sul maestro Ichimura. Immaginate un Maestro che appena sceso dal tatami è sempre pronto a rosolarsi sulle spiagge assolate della Sardegna per una buona tintarella, e poi pranzo con gli amici praticanti, alla cui tavole fa sempre molto onore, pur rispettando i suoi principi vegetariani. E prima di mettersi a tavola lo si vede offrire alle estasiate Signore di casa ed ai bimbi presenti meravigliosi origami che con pochi e abili movimenti delle mani tira fuori da insignificanti pezzetti di carta. Subito dopo il pasto eccolo tirare fuori un suo libricino e, chiesto il silenzio, intonare con ottima voce di tenore e con genuina passione alcuni bellissimi salmi cristiani, da far venire i brividi a credenti e non.
- E poi ancora un massaggio qua e uno là per riassestare acciacchi e dolorini dei baldi aikidoka, in quanto egli è un valente agopunturista.Â
- Come definirei Ichimura sensei ? Un persona eclettica, piacevole, spiritosa.
Velia Cimino