Comprendere il KI

COMPRENDERE IL KI

  • Nelle Parole del Doshu un chiarimento del principio che sta alla base della nostra pratica quotidiana.
  • Uno studente che pratichi regolarmente l'Aikido, dovrebbe avere una sensazione personale del KI, anche se egli può non conoscerne la storia e la teoria. Il KI è un principio risalente ai nostri avi: esso costituisce il nucleo più intimo delle Filosofie e delle Religioni dell'Est-Asiatico. Esistono comunque variazioni nel suo manifestarsi in ciascuna persona, variazioni che dipendono dal temperamento individuale, dalle aspirazioni, dalle capacità fisiche, dalle esperienze e dalle conoscenze. Perciò differenze nel mondo di sentire e di pensare al KI sono inevitabili.
  • Noi possiamo sentire studenti dire che «E la sensazione di una energia che si sprigiona dal corpo e dalla mente in modo armonico», oppure «È una strana energia vitale che appare inaspettatamente da una fonte sconosciuta»; per altri «È la sensazione di una perfetta coordinazione tra movimenti e respirazione che si prova praticando l'Aikido», o anche «E un movimento spontaneo e inconscio che rinfresca la mente dopo un buon allenamento», e così via. Ciascuna risposta è valida nel senso che costituisce una vera reazione dovuta all'esperienza personale, ed essendo l'espressione diretta di una condizione sentita, non può essere negata. Se è così, le differenze nelle risposte sono trascurabili, e anzi la grande varietà di esse stesse non solo conferma la difficoltà di definire precisamente il KI, ma rende evidente che la profondità e l'ampiezza del concetto di KI è impossibile ad esser definita tramite un solo concetto. Mentre il KI può essere trattato dal punto di vista storico o filosofico, il nostro interesse è di avvicinarsi ad esso attraverso l'esperienza personale, l'allenamento e l'apprendimento delle Arti Marziali. Quando il KI si realizza e viene confermato mediante il coinvolgimento personale, esso porta allo sviluppo del carattere e della persona nel suo complesso. Allo stesso tempo questa acquisizione del KI porta inevitabilmente l'individuo ad apprezzarne le basi filosofiche e spirituali. Infine la giusta comprensione del KI deve essere sia sperimentale che intellettuale. Questo concetto è preso in seria considerazione quando noi sviluppiamo il nostro programma di addestramento, metodi, contenuti e sequenza. Lo scopo ultimo della pratica dell'Aikido è l'unione KI-MENTE-CORPO, ma la sua caratteristica è che i movimenti vengono legati al flusso del KI fin dall'inizio. Una attenzione particolare è posta nel controllo e nella sperimentazione del proprio KI, di modo che tutti i movimenti saranno caratterizzati da rotazioni sferiche. L'unione KI-MENTE-CORPO viene insegnata agli allievi non solo attraverso i movimenti, ma persino prima di ogni pratica di WAZA. Viene insegnato, per esempio, che il KI è concentrato in un punto stabile e forte che è il centro di gravità - 4 cm. sotto l'ombelico - quando una persona assume una posizione rilassata. Quando il KI fluisce attraverso le braccia, le mani, le dita, le mani diventano «un'arma senz'arma», chiamate «TE-GATANA», che letteralmente significa «Mano-Spada». Prima della pratica di qualunque movimento è usuale prendersi cura della potenza di respirazione, utilizzando un esercizio conosciuto con il nome di KOKYU-HO - letteralmente metodo di respirazione -, sia stando in piedi che seduti, ed imparare a stabilire la giusta distanza, MA-AI, tra noi e il nostro partner. Il punto fondamentale è che a differenza dalle altre forme di BUDO, incluse tutte le Arti Marziali classiche e moderne che insegnano l'univocità mente - tecnica-corpo, l'Aikido mette il KI al posto della tecnica, ed insegna quindi l'univocità KI-MENTECORPO. Naturalmente ogni WAZA è praticato consistentemente, ma il grado di abilità dipende dal grado di unificazione KI-MENTE-CORPO, e questa è la sola base per valutare il livello di perfezione raggiunto nell'Aikido.

Kisshomaru UESHIBA

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