Sapere non basta

 

Parole e accrescimento della coscienza


 

  • Sapere non basta. Molti conoscono in parte il cosa, il come e il perché dei loro problemi senza però essere in grado di cambiare le proprie risposte emotive.  Sono stati scritti talmente tanti testi di psicologia che non è difficile accedere a una conoscenza abbastanza ampia dei problemi della personalità.
    Questi libri, anche quando forniscono informazioni complete sul cosa, sul come e sul perché, raramente aiutano ad elaborare fino in fondo i propri problemi. 
  • Il fatto è che la conoscenza è una funzione della coscienza della testa, che non necessariamente penetra nella coscienza del corpo e la influenza.
    Oggi le persone parlano con disinvoltura dell'odio o del rifiuto della madre senza che nelle loro parole entri una forte carica emotiva o energetica.
  • Proprio questa situazione, il parlare dei sentimenti senza sentire, indusse Reich a sviluppare dapprima la tecnica dell'analisi del carattere e poi le tecniche intese a eliminare la "corazza" corporea.
    Eppure siamo ancora prigionieri della mistica delle parole, come se le cose si potessero cambiare parlandone. Anzi, spesso usiamo le parole per far sì che nulla cambi.
    Finché possiamo parlare di qualcosa ci sentiamo al sicuro, perché il parlare riduce il bisogno di sentire e di 'agire.  
  • Le parole sono un sostituto dell'azione: a volte sono un sostituto profondamente necessario e valido, ma a volte rappresentano un blocco alla vita del corpo.  Quando le parole vengono impiegate come sostituti dei sentimenti diminuiscono la vita e la rendono astratta.
    Affidandosi alle parole c'è sempre il pericolo che non esprimano la verità dell'individuo.
    Si mente deliberatamente, ma a livello corporeo non lo si può fare perché un sentimento mascherato tradisce la propria insincerità.