Stage Yudansha di AlloraÂ
Â
  GLI STAGE YUDANSHA DI UN TEMPO  !!!
CRONACA e riflessioni di un seminario  PER YUDANSHA Â
diretto da Â
HOSOKAWA Sensei  -  FUJIMOTO  Sensei  -  IMAZAKI Sensei Â
Â
Vorrei Riproporre un bellissimo artcolo in pubblicato da una vecchia rivista dell' 80 dell' Aikikai d'Italia nel fior fiore della sua espressione Aikidoistica.
Per far conoscere alle nuove generazioni  di Aikidoisti, cosa accadeva un tempo nella nostra associazione  ;  e per cullarsi in struggenti ricordi chi come me è avanti negli anni e nelle esperienze.
Â
 Â
- Nei giorni 2 e 3 febbraio 1980 si è svolto in Roma, presso il Dojo centrale, il primo raduno nazionale organizzato dall'Aikikai d'Italia e riservato alle cinture nere, ai responsabili di dojo ed agli esaminatori. Il buon numero dei partecipanti è stato il più sicuro indice dell'importanza dello stage e dell'attenzione che ha richiamato da parte di coloro che, sia per essere cinture nere, sia per avere il peso e l'impegno di dirìgere un dojo o di dover giudicare l'abilità degli altri, sentono più intensamente la necessità di un allenamento particolare, che tenga presenti le loro peculiari esigenze. Nel pomeriggio del giorno 2
il M° Fujimoto ha dato inizio alle lezioni
Â
- in programma, ricollegandosi precipuamente ai principi più volte espressi dal M° Tada sulle tecniche di base. Per poter continuare ad innalzare un edificio se ne devono rafforzare ed approfondire le fondamenta. Così ognuno di noi, per poter costruire ed elevare il proprio Aikido, deve approfondire e raffinare le tecniche di base. Pietra angolare di questa costruzione è, senza dubbio, una respirazione corretta e ben coordinata alle tecniche eseguite.
- Come diceva O Sensei M. Ueshiba, la respirazione è « misogi » cioè purificazione del corpo ed anche, si può dire della mente. Infatti, concentrandosi sulla respirazione, per armonizzarla compiutamente ai movimenti del corpo, si muove un primo passo verso l'armonia interiore e verso il superamento dell'ego che sono imprescindibili requisiti per raggiungere l'AIki.
- La lezione del M° Fujimoto è stata essenzialmente impostata sull'ikkyo o prima forma, perché nei primi anni dell'Aikido, era la prima tecnica che i principianti dovevano imparare.
- Come dice Lao Tzu, il movimento del Tao è il ritorno. Così le cinture nere, concluso un primo ciclo di apprendimento, hanno ricominciato, proprio con l'ikkyo, a studiare per migliorarsi e progredire.
- Dopo la lezione il M° Fujimoto ha dato preziosi consigli ai partecipanti ed, in particolare, ai responsabili di dojo ed agli insegnanti. Ha precisato come, sebbene durante ogni allenamento vengano praticate tecniche diverse, viene il momento in cui una cintura nera sente di non poter più apprendere, di essere davanti ad un muro invalicabile.
- E' questo il momento di ricominciare, con umiltà e costanza, dalla prima forma, o ikkyo, che è il principio chiave per il perfezionamento delle altre tecniche.
- Il M° Fujimoto ha cosi concluso la prima parte del raduno. Un pomeriggio intenso, un allenamento fluido e veloce, secondo lo stile brillante, direi gioioso, del M° Fujimoto: proprio quello che ci voleva per sciogliere muscoli ed atmosfera. Il giorno dopo ci si è ritrovati anche in maggior numero, dato che altri partecipanti sono arrivati la mattina stessa.
La seconda parte degli allenamenti è stata guidata
dal M° Himazaki
Â
- che ha incentrato la sua lezione sugli esercizi in posizione di suwariwaza. Le tecniche in ginocchio fanno parte della tradizione giapponese, in quanto in Giappone si sedevano (e tutt'ora in molti luoghi si siedono) in ginocchio appoggiati ai talloni. Era, quindi, necessario potersi spostare velocemente da quella posizione, senza perdere tempo a rialzarsi. Pur non essendo più collegate alle necessità della vita quotidiana, (qui si usano le sedie e le preferiscono ormai anche in Giappone) le tecniche di suwariwaza conservano comunque attualissime applicazioni e sono, in ogni caso, fondamentali per acquisire un perfetto bilanciamento ed uno stabile equilibrio delle anche e del bacino.
- Utilissimi, in particolare, anche se assai faticosi, eh esercizi di spostamento in shikko eseguiti in avanti, indietro e lateralmente, e completati da spostamenti in tsughi ashi eseguiti sempre in ginocchio.
- Infine il M" Himazaki , fedele alla tradizione aikidoistica giapponese, ci ha proposto una serie di cadute di tutti i tipi, particolarmente utili per poter essere buoni uké nelle tecniche di lancio.
- Un proverbio dell'Aikido nipponico suona « ukemi san nen »; il che vuol dire che ci vogliono tre anni di cadute per essere un buon aikidoista, e dà , quindi, una misura della loro importanza.Nessuna meraviglia, dunque, che le cinture nere, come ogni principiante debbano sempre allenarsi per cadere con agilità e scioltezza. Un caloroso e grato applauso ha salutato il M° Himazaki.
Â
Ha preso, quindi, la guida degli allenamenti
Â
- che ha diretto l'ultima fase del raduno proponendo una lezione di eccezionale interesse. Lo stile del M" Hosokawa è sempre caratterizzato da una particolare intensità , una lucida tensione, come il filo di una spada che non consente ad alcuno la minima distrazione, ma impegna totalmente senza risparmio. La profonda concentrazione necessaria per seguire le caleidoscopiche sequenze delle tecniche del Maestro, ha generato una più intensa armonia e coesione tra i partecipanti, assorti nell'allenamento, tanto da dimenticare il proprio sé individuale.Il M" Hosokawa ha basato la sua lezione su variazioni di tecniche, passando velocemente da iriminage a uchikaitennage per finire in kokyunage, e su varie applicazioni di koshinage.
- Al termine della lezione, nel salutare i partecipanti, il M" Hosokawa ha annunciato che questo stage riservato non sarà un'esperienza isolala, ma si svolgerà con frequenza annuale possibilmente nello stesso periodo. Decisamente una buona notizia. La vita per non degenerare nella stasi come l'acqua morta di uno stagno, deve costantemente  rinnovarsi e così anche la nostra esperienza di vita nell'Aikido, deve sottoporsi ad una costante revisione e ad un proficuo rinnovamento per ritrovarsi e riscoprire sempre nuovi valori
Â