Unicità del'Aikido

 

 

L'unicità dell'Aikido

  • L'Aikido è essenzialmente una manifestazione moderna delle arti marziali Giapponesi (budo) Esso   eredita la tradizione spirituale e marziale del Giappone antico, tramandata per la prima volta nei lavori storico-letterari dell'ottavo secolo Kojiki (Testimonianze di Antichi Avvenimenti) e Nihongi (Cronaca del Giappone). Ciò non significa che l'Aikido segua ciecamente la tradizione delle antiche arti di combattimento, semplicemente conservandone integre le forme originali nel mondo moderno. Le antiche arti di combattimento sono un lascito sia storico che culturale: sono nate sui campi di battaglia nei periodi di lotte civili e in seguito furono istituzionalizzate come budo, la Via delle Arti Marziali, nel periodo Tokugawa (1605-1868).
  • Esse dovrebbero essere ben valutate e soppesate. Nelle loro forme originali sono inaccettabili alla mentalità attuale e risultano fuori posto nel mondo moderno, che nel caso del Giappone ha inizio con la Restaurazione Meiji (1868).
    Il fondatore dell'Aikido, Maestro Ueshiba Morihei, nacque il 14 dicembre 1883. Vissuto nel turbolento momento della modernizzazione del Giappone, dedicò se stesso alla fondazione di un'arte marziale che potesse soddisfare le necessità delle genti contemporanee senza essere qualcosa di anacronistico. Furono questi i cardini del pensiero del maestro Ueshiba: un durevole amore per le arti marziali tradizionali, la preoccupazione che esso potesse essere malinteso, e un profondo desiderio di far rivivere l'essenza spirituale del budo. Cercò di raggiungere il suo scopo attraverso una incessante ricerca, concretandola con un costante allenamento nelle arti marziali verso il vero budo, nonostante le vicissitudini della storia del moderno Giappone. Alla fine, il Maestro Ueshiba realizzò che il vero spirito del budo non può realizzarsi in un'atmosfera competitiva e combattiva dove la forza bruta domina e la vittoria ad ogni costo è il supremo obiettivo. Egli concluse che si debba manifestare nella ricerca della perfezione come essere umano, nella mente come nel corpo, attraverso allenamenti intensi ed attraverso la pratica delle arti marziali con degli spiriti affini. Per lui solo una tale vera manifestazione di budo può avere una raison d'étre nel mondo moderno, e quando questa etica si realizza, travalica ogni particolare cultura od età. Il suo scopo, di natura profondamente religiosa, è riassunto in un'unica frase: l'unificazione del principio creativo fondamentale, ki, che pervade l'universo, con il ki individuale, inseparabile dalla forza della respirazione, di ogni persona. Attraverso un allenamento costante della mente e del corpo, il ki individuale si armonizza con il ki universale, e tale unione appare nel dinamico, fluido movimento della forza-del-ki che è libera e fluida, indistruttibile ed invincibile.
  • Questa è l'essenza delle arti marziali Giapponesi, incarnata nell'Aikido. Grazie al genio del Maestro Ueshiba il primo principio del budo da lui formulato
    “il costante allenamento della mente e del corpo come disciplina base di coloro che intendono seguire un cammino spirituale”
    fu trasformato in un'arte marziale contemporanea, I'Aikido, che è oggi praticata in ogni livello sociale ed accolta da innumerevoli persone nel mondo intero come la disciplina marziale più adatta alla nostra era.
  • Che l'Aikido sia un moderno budo non significa semplicemente che sia un'arte marziale tradizionale che ha assunto caratteri contemporanei, riscontrabili nelle altre forme di budo "modernizzate" come il judo, il karate ed il kendo. Mentre esso ha ereditato gli aspetti spirituali delle arti mariiali e posto l'accento sull'allenamento del corpo e della mente, gli altri budo hanno esaltato le competizioni e le gare, accentuando la loro natura atletica, dando la priorità alla vittoria, assicurandosi perciò un posto nel mondo degli sport. Al contrario, l'aikido si rifiuta di divenire uno sport competitivo e rigetta tutte le forme di competività o gare, si tratti di divisioni per peso, di classifiche basate sul numero di vittorie o di incoronazioni di campioni.
  • Queste cose vengono viste solo come carburante per l'egotismo, l'egocentrismo e il disinteresse verso gli altri. La gente è molto attratta dagli sport combattivi  ognuno vuol essere un vincitore - ma non c'è nulla di più nocivo per il budo, il cui scopo ultimo è quello di divenire liberi dall'individuo, raggiungere il non-individuo, e in questo modo realizzare il vero uomo. Questa non vuole essere una critica alle altre arti marziali che si sono trasformate in sport. Storicamente, questo orientamento fu inevitabile per la loro sopravvivenza, specialmente quando in Giappone, dopo la seconda guerra mondiale, tutte le arti marziali furono bandite dalle Autorità Alleate di Occupazione. Proprio come sport, esse hanno attirato l'attenzione di molti, sia partecipanti che spettatori. Ciò è un fatto positivo, perché è innegabile che i giovani, in particolare, siano attratti verso le arti marziali dalle gare e dai campionati che decretano il migliore sul campo.
  • Malgrado tale tendenza, I'aikido rifiuta di adeguarsi a questo livello e rimane fedele all'originale concezione del budo: l'allenamento e lo sviluppo dello spirito. Anche all'interno del mondo dell'aikido si sono talvolta sentite voci richiedenti delle gare, con l'argomentazione che era necessario ottenere un più vasto pubblico per sopravvivere nell'era attuale. Infatti alcuni esperti di aikido hanno fondato scuole indipendenti patrocinando un "aikìdo competitivo". È una questione importante, dal momento che la trasformazione dell'aikido in un'ennesima forma di sport moderno potrebbe portare all'organizzazione di campionati nazionali e nel futuro all'inserimento perfino nei Giochi Olimpici. L'Aikido traccia una chiara e netta linea di demarcazione su questo modo di pensare, e la ragione è estremamente chiara: l'aikido aspira a mantenere l'integrità del budo e a trasmettere lo spirito delle arti marziali tradizionali, rimanendo fedele al primo principio del budo, come enunciato dal Maestro Ueshiba: il costante allenamento della mente e del corpo come disciplina base di coloro che intendono seguire un cammino spirituale. Nella tradizione del Budo la stretta aderenza agli ideali del Fondatore e l'impegno sulla Via hanno la precedenza su ogni altra considerazione. La vera ragione per l'esistenza dell'Aikido nel mondo attuale è la sua identificazione con gli ideali del Maestro Ueshiba, anche se il pubblico può giudicarlo semplicemente come un'ennesima forma di arte marziale di combattimento. Il compito unico che l'aikido si prefigge, che lo differenzia chiaramente sia dal budo classico che dalle moderne controparti, non può essere fedelmente afferrato dalle persone che hanno un preciso stereotipo delle arti di combattimento.
  • Questo preconcetto, assieme all'unicità dei principi e movimenti dell'aikido, può ostacolare la popolarizzazione di questa arte. Tutti i praticanti prima o poi si sono sentiti domandare "Che cosa è l'aikido?" Anche allievi molto progrediti trovano difficoltà a dare una risposta chiara. Inoltre, chi vede i movimenti dell'aikido e le sue tecniche per la prima volta rimane confuso o scettico e viene assalito da molti dubbi e domande. Possiamo dividere in due gruppi questo tipo di persone. Il primo gruppo è formato da chi guarda I'aikido già con delle idee preconcette verso le arti marziali, in base a ciò che ha letto o sentito. Nel vedere dimostrazioni di aikido la reazione generalmente è di sconcerto, perchè ci si aspettava di vedere dimostrazioni di forza bruta, combattimenti, violenza ed anche tecniche letali. Alla prima occhiata l'aikido, con i suoi meravigliosi movimenti fluidi, sembra essere non-violento, persino passivo. Frequentemente si sentono dei commenti di questo tipo: "Sembra tutto preparato e pianificato, come un balletto." "Non c'è forza né concentrazione, nei movimenti." "In una situazione difficile non servirebbe a nulla", e così via.
  • Queste critiche sono comprensibili e vengono soprattutto dai giovani che cercano brividi nelle vittorie e conquiste, o da quelli che hanno degli stereotipi delle arti marziali che prevedono colpi, sibili, calci, urla e annientamento d'avversari. Nel secondo gruppo troviamo gli esperti di arti marziali moderne, specialmente nelle loro forme competitive, che guardano l'aikido da questo punto di vista. Le loro critiche sono varie: "Perchè nell'Aikido non si svolgono gare come nel Judo, Karate e Kendo?" "Perchè si tengono solo pubbliche manifestazioni che diventano noiose dopo averne vista una?" "Finchè non ci saranno gare è impossibile dire chi sia forte e chi debole, chi sia un principiante e chi un esperto." "Senza gare nessun allievo si allena seriamente". Anche queste critiche sono comprensibili, poiché la gente generalmente vuoi vedere chi esegue la tecnica migliore e chi è il più forte.  Un'altra domanda, ingenua quanto frequente, è: "Può vincere un combattimento chi conosce I'Aikido?" Tutte queste domande e critiche sono semplicistiche e superficiali e rivelano l'ignoranza dei principio base dell'aikido e l'equivoco sulla più importante caratteristica delle arti marziali: l'allenamento dello spirito. Se una persona priva di autodisciplina vuole metter in mostra la sua valentia fisica e cerca di imparare l'aikido esclusivamente per le sue tecniche di combattimento, gli sarà chiesto di andarsene. Senza praticare realmente l'aikido con pazienza, senza sperimentare di prima mano questa arte, le domande rimarranno sempre senza una risposta soddisfacente.
    La pratica effettiva dell'aikido è il solo modo di afferrarne il significato e di ottenerne qualche beneficio, tangibile o no. Molti praticanti di aikido sono passati attraverso un tale processo cominciando con dubbi e domande, avviandosi alla pratica e quindi gradatamente facendo conoscenza con il metodo e la forma dell'aikido. In seguito ne hanno provato l'irresistibile fascino, ed infine sperimentato qualcosa della sua infinita profondità.
  • Una persona che passi lungo tutto questo ciclo avrà conosciuto molte delle caratteristiche dell'aikido che ne fanno un'arte marziale unica. All'inizio rimarrà sorpresa. Diversamente dalla "morbida" apparenza vista nelle pubbliche dimostrazioni, esso può essere veramente "duro", vigoroso e dinamico, con potenti prese di polso e colpi diretti (atemi). Contrariamente a quanto si può credere, I'aikido contiene numerose tecniche devastanti, specialmente quelle atte a disarmare e sottomettere l'avversario. In seguito, si stupirà scoprendo, anche a livello di principiante, come è complicato e difficile eseguire le tecniche e i movimenti base, come ad esempio fare una caduta (ukemi), trovare la giusta distanza (ma-ai), entrare (irimi), o eseguire altri spostamenti del corpo (tai-sabaki). Il fatto è che l'intero corpo, non solo le braccia o le gambe, deve muoversi continuamente in maniera coordinata, ed il tutto con velocità, vigore e potenza. Per muoversi armoniosamente e rapidamente sono necessari una notevole capacità di concentrazione mentale, agilità, equilibrio e prontezza di riflessi.
  • Capirà anche l'importanza del controllo della respirazione, che comprende la respirazione normale ma anche molto di più, ricollegabile all'energia del ki. Il controllo della forza-del-respiro è fonda
    mentale per gli spostamenti e le tecniche, ed assicura la continua fluidità dei movimenti. Inoltre è intimamente legato alla filosofia del budo elaborata dal Maestro Ueshiba, come vedremo in seguito.
    Infine, l'allievo progredendo sarà stupito dalle innumerevoli tecniche con relative variazioni ed applicazioni, tutte caratterizzate da razionalità ed economia.
  • È solo dopo aver sperimentato la complessità dei movimenti dell'aikido che egli apprezzerà la centralità del ki, sia personale che universale. E allora comincerà a sentire la profondità e la raffinatezza dell'aikido come arte marziale. In breve, solo attraverso la effettiva pratica dell'aikido si diventa consapevoli della dimensione vera del budo - costante allenamento della mente e del corpo - come disciplina base di coloro che intendono seguire un cammino spirituale. Solo dopo si può comprendere appieno perché l'aikido rifiuta combattimenti o gare, e la ragione di pubbliche dimostrazioni che sono lo specchio di un costante allenamento, e non una gratificazione per il proprio ego.