Metamorfosi dell' Aikido

  • L’Aikido è un'arte poliedrica che affonda le sue radici nella storia della cultura giapponese  discendendo dall'antica tradizione dei samurai. La sua realizzazione moderna è dovuta all'opera di Morihei Ueshiba (1863-1969), singolare figura di mistico e di poeta, Che con spirito indomabile ed elaborando nel corso dell'intera vita una sintesi originale delle forme tradizionali di combattimento riproponendole  alla luce di una nuova filosofia.
  • L'aikido nella sua forma attuale è il frutto della del pensiero di Ueshiba.
  • Nel 1943, quando la guerra era nel pieno del suo svolgimento, abbandonando tutti i legami fino ad allora avuti con ['esercito e col mondo delle arti marziali, si ritirò in volontario esilio ad Iwama, un  piccolo paese nascosto tra le montagne. Qui, coniugando la meditazione allo studio delle arti  marziali e all'amore per la terra, diede vita all'Aikido come oggi lo conosciamo: un'arte che  trascende i contini della mera marzialità per diventare una filosofia di vita "in quanto Via di tutti
    coloro che coltivano il grande amore per il cielo e !a terra". Fu proprio la riflessione sulle tragiche conseguenze del conflitto mondiale e l'esigenza di una ricostruzione anche morale del Giappone, che spinse Ueshiba a creare un'arte che allenasse l'uomo a relazionarsi in maniera
    non distruttiva con l'altro. Notevoli appaiono le differente tra altri stili dell'anteguerra (tecniche di combattimento tese alla vittoria sull'avversario), e l'aikido: un sistema di  meditazione volto a sviluppare una maggiore calma e sicurezza interiore al fine di un  innalzamento spirituale, alla costruzione, con coraggio e generosità, di un ideale che insegni ad  affrontare le difficoltà della vita senza esserne schiacciati.
  • A  segnalare il cambiamento di filosofia Ueshiba attribuì alla sua arte un nome nuovo:
    Ai (unione , legame, amore),
    KI
    (energia, spirito, volontà),
    DO
    (metodo, via. strumento);
    termine usualmente tradotto dai dizionari italiani come:
    Via dell'unificazione degli spiriti.
    La pronuncia di 'AiKido' in italiano è piana (ai'kido).
  • Scriveva  Ueshiba che:  Al (amore) ...
    Non esiste nemico nell'Aikido. Vi sbagliale se  pensate che il BUDO (arte marziale orientata in senso spirituale) significhi avere  nemici ed essere forti e farli cadere. Non ci sono ne avversari ne nemici per il vero Budo.
  • L'Aikido non è uno sport
    e non vi sono gare, ma un'arte il cui (fine è la conoscenza ed il miglioramento di se stessi e non la vittoria sull'avversario.
    Ma anche nella nostra cultura si ritiene che nell'amicizia non c'è chi domina e chi è dominato,  c'è unità, rispetto Vicendevole; e in tal senso nella pratica dell'aikido, l'antitesi tra i due contendenti è solo lo strumento per un reciproco affinamento in vista di una sintesi superiore.
  • Esteriormente l'Aikido
    si presenta come un  l'elegante ed efficace metodo di autodifesa i cui  movimenti sono basati sul principio della rotazione sferica. Tecnicamente le sue fondamenta
    sono molteplici e affondano negli innumerevoli stili di lotta che il Fondatore riprese fin dalla  gioventù.
    La pratica si attua attraverso un particolare metodo di attacco sviluppato dai "kata" (forme di  esercitazione codificale, utilizzate anche in altre arti), con movimenti che consentono di  utilizzare un ritmo molto potente senza causare danni ai praticanti. L'aspetto essenziale in
    questo tipo di allenamento, basato sulla capacità di guidare e sulla disponibilità ad essere  diretti, è che si venga a creare una totale assimilazione (unione} con il partner. Le  caratteristiche che vengono sviluppate sono da ricercare nell'aumento della forza dinamica, sia  fisica che spirituale, nella crescita della tolleranza e della disponibilità verso l'altro.
    A partire dal dopoguerra l'aikido si diffonde in tutto il mondo giungendo stabilmente anche in  Italia nel 1964 con  il  Maestro Tada Hiroshi Shihan 9° Dan  Direttore Didattico dell’ Aikikai d'Italia, che ha festeggiato questo mese i suoi 50 Anni di attività.
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