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Tiro con l'arco “Kyujutsu “
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-  Benchè il tiro con l'arco non abbia partecipato, perlomeno dal punto di vista strettamente tecnico, alla creazione dell'Aikido, ho voluto ugualmente accennare qualche notizia in proposito in questo capitolo dedicato alle arti marziali e per la componente altamente spirituale che quest'arte ha assunto col trascorrere dei secoli e per l'importanza che ebbe nella cultura dei cavalieri giapponesi. Altrettanto farò per il « Ninjutsu » benchè le ragioni che mi spingono siano in questo caso molto diverse: esso è infatti interessante per taluni aspetti curiosi e straordinari di anticipazione storica dei moderni servizi segreti. Comune fra queste due arti marziali e quelle già trattate è la componente culturale di un popolo, di un Paese e di un periodo storico così vivi ancora oggi nella tradizione e nel cuore del Giappone da richiedere, comunque, una menzione. L'arco, quale strumento di offesa é ben noto all'uomo sin da tempo immemorabile, come attestano i ritrovamenti di punte di freccia di pietra o di osso, risalenti all'alto paleolitico, provenienti da ogni parte del globo. E' anche incredibile come la sua diffusione sia estesa a tutte le culture umane quasi senza alcuna eccezione. In Giappone l'arco arrivò probabilmente con le migrazioni che avevano caratterizzato l'era neolitica ma la sua particolare forma asimmetrica, così caratteristica nell'arco giapponese, fu definita soltanto nell'epoca dei tumuli (250-550 d.C.). Nell'epoca Nara, periodo storico caratterizzato da copiosi scambi culturali conla Cina, apparve in Giappone l'arco di tipo cinese. Il tiro con l'arco era già da lungo tempo, in Cina, oggetto di studio da parte delle classi più elevate tanto che ai giovani della nobiltà oltre all'etica, alla musica, alla guida dei carri da guerra, alla scrittura ed alla matematica veniva insegnata, alla stessa stregua, questa disciplina. L'arco cinese, tuttavia, non conquistò i Giapponesi come, del resto, nel XIII secolo le balestre usate dai Mongoli non suscitarono maggiore interesse. Durante il periodo Heian l'arco era ancora quasi esclusivamente usato nelle cerimonie di corte e durante la caccia. Fu solo nel XII secolo, con le prime grandi guerre feudali, che l'arco acquistò una grandissima importanza come arte marziale, detta Kyujutsu, e nacquero le prime scuole di tiro. Uno dei primi stili di tiro con l'arco fu l' Hoki-ryu » di Masatsugu Zensho. Nel XIII secolo, quando gli arcieri di Kamakura respinsero le orde mongole, il Kyujutsu divenne talmente popolare che si svilupparono un gran numero di ryu mentre Sadamune Ogà sawara diede a quest'arte un'etichetta rituale. I più antichi esemplari dell'arco giapponese erano composti di un unico pezzo di legno ma nella epoca Heian si cominciò ad usare la combinazione legno-bambù fasciando il legno fra due pezzi di bambù e legando il tutto con fibre ed incollandolo con colla di pesce; tali archi, oltre alle caratteristiche di leggerezza ed elasticità , avevano pure una particolare forma asimmetrica per cui circa i due terzi della lunghezza totale (mt. 2,21) restavano al di sopra del punto in cui si impugnava l'arma (ciò allo scopo essenzialmente pratico di permettere all'arciere di tirare anche da posizione seduta). Le frecce, esse pure in bambù, poteva,io variare nei tipi e nella lunghezza e seconda del gusto, della forza e del rango di chi le usava. La lunghezza normale, comunque, si aggirava attorno a mt. 1,10. Svariatissimi erano i tipi di punte; le più comuni erano quelle denominate « teste di rapa », « gambe di rana »(con la punta a V) e « foglia di salice ». L'allenamento nel tiro con l'arco richiedeva, oltre a circa 1000 tiri al giorno, l'acquisizione della corretta posizione del corpo («yugamae ») usata anche in battaglia. Nel combattimento, se l'arciere era costretto al corpo a corpo, non disdegnava usare l'arco come una lancia trafiggendo il nemico con la parte superiore dell'arma che aveva la cuspide appuntita, mentre le frecce potevano essere scagliate con le mani (uchi-ne) oppure, a loro volta, usate come lance. Non più usato in guerra, l'arco ha assunto oggi una marcata componente spirituale nel Kyudo, arte in cui tiratore, arco, freccia e bersaglio diventano unica essenza sicchè, realizzata tale condizione interiore, diventa del tutto impossibile non colpire il bersaglio con precisione matematica. La via stessa passa per vari stadi di coscienza finche il concetto egoistico dell'« io » e del « non io » si annullano nell'identità di tutte le cose e la volontà di far partire il dardo e di colpire cedono alla serena indifferenza, il brulicare dei pensieri alla calma, alla speculare lucidità della mente. Allora il colpo parte ed il bersaglio è centrato infallibilmente, senza l'intervento della volontà , senza che sia l'arciere ad avere veramente tirato. Questi concetti, peculiari anche alle altri arti del Budo, sono particolarmente marcati nel tiro con l'arco: un'antica massima dice, infatti, che la via del guerriero passa attraverso la via dell'arco e della freccia. Tecnicamente il Kyudo si differenzia notevolmente dalla moderna arcieria occidentale indipendentemente dai suoi presupposti spirituali: l'arco nipponico è, come abbiamo visto, asimmetrico e viene impugnato a circa due quinti della sua lunghezza mentre la freccia poggia sul pollice della mano sinistra, all'esterno anziché all'interno come per gli archi occidentali. La corda non viene tirata con le dita centrali della mano destra bensì con il pollice, ben protetto da uno speciale guanto di cuoio e serrato dall'indice e dal medio per opporre una valida resistenza alla trazione della corda. La serie dei movimenti che vanno dall'incoccata al tiro è codificata da secoli e sempre uguale: un rito che fa parte integrante del Kyudo e che si esprime esteriormente in una successione armoniosa di posizioni del corpo e degli arti, culminando nel tiro vero e proprio. Benché apparentemente l'arciere giapponese non compia uno sforzo muscolare eccessivo, sappiamo che gli archi usati nel Kyudo sono per lo meno altrettanto potenti di "quelli occidentali. Un ruolo importantissimo hanno nel tiro con l'arco la concentrazione mentale e la respirazione attraverso le quali il Kyudo si eleva a via altamente spirituale. Esiste anche un tipo particolare di tiro con l'arco da cavallo: lo « Yabusame », di cui si celebra annualmente la festa nel santuario di Hachimangu a Kamakura. I cavalieri, in costume del XII secolo, devono colpire in rapida successione tre piccoli bersagli quadrati mentre il cavallo è lanciato al galoppo. E' uno spettacolo notevole, seguito ed amato da tutti i Giapponesi.
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