Intelligenza del corpo

appunti del seminario per bambini M° Cozzi M° Travaglini

2006 Aikikai d'Italia

  • INTELLIGENZA DEL CORPO

  • L’Aikido finalizzato ai bambini  mette in rilievo un’istanza cognitiva spesso trascurata nei modelli scolastici tradizionali. L’intelligenza del corpo, è una forma mentis ampiamente rivalutata dalle più recenti linee pedagogiche, quale potenzialità mentale del bambino per apprendere e adattarsi creativamente ai diversi contesti ambientali con cui egli interagisce. Si tratta di un’area cognitiva poco coltivata, solitamente nella cultura educativa occidentale.Durante la tradizionale lezione scolastica, sono (unicamente) privilegiate l’intelligenza linguistica e quella logico-matematica, a tutto scapito delle altre risorse cognitive.
  • Tale risorsa deve considerarsi in modo diverso da come si considera nell’ambito, più materialistico, dell’educazione fisica (dove, piuttosto, primeggia una visione sportivo-competitiva del potenziamento fisico delle abilità corporee). Per un pregiudizio culturale della nostra cultura tutte le altre forme di intelligenza non sono considerate interessanti. Noi pensiamo che un bambino  è intelligente o non lo è secondo tale parametro,  cioè se si esprime correttamente  etc.
    Teoria delle intelligenze multiple: intelligenza corporea non è inferiore alla logica analitica matematica. L’intelligenza non deve essere quantificabile ma qualificabile

  • SENSO DELLA DISCIPLINA
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  • Nell’Aikido esprime  un  forte un senso della disciplina misto al gioco (norma/ludus) ed è facilitata la formazione di un naturale senso delle regole e della morale La morale del bambino ha un proprio sviluppo naturale, non è un contenitore vuoto da riempire, ha quindi uno suo sviluppo contrariamente a quanto si pensava. Il Ludus,  è una sollecitazione alla conoscenza ,e lascia un segno, e fa si che il l’apprendimento da meccanico divenga attivo. Le informazioni trasmesse senza motivazione come la geografia o la storia, andrebbero invece proposti attraverso racconti avvincenti, sarebbe tutto più semplice e logico da ricordare, l’apprendimento si farebbe attivo (e non meccanico o nozionistico),Un sapere creativo e ricreativo, ed esso crea interesse nel bambino ma anche nell’adulto. Il bambino  non lo fa ne per ottenere un buon voto o per il risultato, ma semplicemente perchè gli piace farlo.

 

  • MODELLI CULTURALI

  • Problematica antropologica che scaturisce dall’incontro/scontro di due culture, quella occidentale e quella orientale:
  • modello evolutivo-mimetico (caratteristico dell’estremo Oriente dove la  conoscenza è basata sull’imitazione del maestro (che è il buon esempio diretto), segue comunque la tradizione discostandosene senza rotture. modello “trasformativo” (caratteristico invece dell’Occidente  tende a sollecitare e ad apprezzare l’idea originale dell’allievo rispetto al gruppo),presuppone una rivoluzione della conoscenza ( teoria di Einestain o Newton) Una rottura totalizzante tra il prima e il dopo. Nel budo il padre insegnava al figlio, cosi come le botteghe artigianali del rinascimento ma ora non accade più.
  • L’Aikido (inevitabilmente occidentalizzato) dovrebbe riuscire a permettere una fusione di questi due contrapposti metodi didattici.
    La Schizofrenia e tipica nella nostra educazione, vista la discrepanza tra l’insegnamento scolastico e ciò che trasmette poi la società.

  • ETA  PSICOLOGICA
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  • L’evoluzione cronologica delle facoltà cognitive del bambino necessita  di un’educazione differenziata per età psicologica  L’età anagrafica del bambino conta relativamente, va osservata la sua individualità.
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  • IPERCEREBRALIZZAZIONE
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  • Oggi la scuola più che mai alimenta un’insana tendenza all’ipercerebralizzazione, che consiste in un esasperato spostamento degli interessi cognitivi del fanciullo verso il virtuale e l’astratto nozionistico a scapito del generale benessere psicosomatico.
    • spostare l’energia nella zona alta della struttura psicosomatica (in particolare delle spalle e della testa) ,che sposta il baricentro verso la testa. ( Ore di tv,di play station etc.)
    • Nella deambulazione degli Europei si osserva una spinta verso l’alto e ci a lungo andare determina cervicali, mal di testa tensioni al collo.
    •  il rischio, molto diffuso, è la formazione di strutture corporee scompensate sul piano psicoenergetico (cattive posture, stasi fisica, facili contrazioni nelle zone alte del corpo, difficoltà a sopportare stress psicofisici, tensioni relazionali ecc.).
    • La pratica dell’Aikido esprime  un contesto compensatorio  facilitante lo spostamento energetico verso la zona pelvica, la parte bassa del corpo (che è il luogo della terra e del gioco).
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  • RAPPORTO ALLIEVO MAESTRO
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  • Il rapporto allievo/maestro che tende a crearsi nei contesti educativi relativi alle arti marziali:
    Il clima di rispetto e di autorevolezza, prodotto dall’insegnante, dovrebbe facilitare spinte all’automotivazione, all’auto- ed etero-disciplina, allo sviluppo di certe facoltà cognitive, emotive e relazionali . La visione diretta del giusto movimento del corpo (prodotta dall’insegnante esperto) sollecita, dapprima, le strutture intellettive dell’allievo Tale  processo assumerà nel tempo una sempre maggiore autonomia espressivo-creativa, inducendo l’allievo verso una padronanza proprie abilità corporeo-cinestetiche (maggiore fiducia di sé e degli altri e maggiore autostima).
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  • MOTIVAZIONE   SOCIORELAZIONALE
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  • La motivazione socio-relazionale sollecitata dalla pratica dell’Aikido, i cui si pratica “insieme”.  Coordinarsi, innanzi tutto fisicamente (corpo a corpo, ma anche mente a mente),
    • continuo allenamento della cosiddetta “intelligenza interpersonale”: la condivisione degli spazi-tempi altrui dovrebbe rafforzare l’individuale senso di responsabilità verso la realtà dell’altro e del gruppo e per la propria dimensione personale
  • La trans-culturalità  la comprensione e il rispetto dell’altro (culturalmente diverso) consentono la progressiva appropriazione di un linguaggio non verbale volto a travalicare i propri angusti limiti culturali.

  • VALUTAZIONE

  • Il momento della valutazione appare una fase piuttosto delicata, che dovrebbe avvenire durante il ciclo di lezioni e non a fine ciclo, una funzione  non sommativa ma formativa
    Non osservare dall’alto in basso, ma osservare i punti forti e quelli deboli.
    La verifica dovrebbe sollecitare nel  mantenere inalterata la spontaneità reattiva dell’allievo dinanzi alle “offese” della vita, come pure la sua innata flessibilità del corpo (e della mente)
    Sbagliando si può facilmente inibire la spontaneità creativa e ridurre la sua innata flessibilità.
    L’insegnante o il genitore  non deve fare confronti tra i ragazzi, tra un 8 o un 9 a scuola, questa competizione fa sentire il bambino non all’altezza e in gravi casi anche indurre al suicidio più frequentemente di quanto si pensi.
    Non è la quantità il solo sistema ma ancora più importante è la qualità.
    Ogni autoritarismo li irrigidisce ancora di più  (Schiena diritta)
     
    Fascia di età dai 3 ai 5 anni
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  • a. Hanno una grande spontaneità e immediatezza espressiva, periodo senso-motorio potenziale cinestetico e immaginativo:
    - il dojo (insieme all’istruttore) deve rappresentare agli occhi del bambino il proseguimento simbolico del contenitore materno protettivo, ma anche il luogo dove è (fisicamente) ammesso scaricare possibili eccessi di tensione facilmente accumulati in ambienti familiari e scolastici
    In questo periodo esprime le sue forze aggressivo-pulsionali verso l’ambiente,. Qui sta l’abilità dell’insegnante nel permettere il liberarsi e insieme nel contenere (tollerando sapientemente)  I .
    Non limitare il dinamismo motorio, questo potrebbe indurli pensare inconsciamente che l’ambiente non li abbia voluti.
    - Questo periodo   comincia il distacco dalla madre, esso sperimenta, tocca e maneggia ogni cosa. L’ambiente e l’adulto dovrebbe tollerare queste manifestazioni aggressive e non inibirlo, perchè così facendo si rischia di bloccarlo.
    Un bambino iperattivo non ha ancora superato tale  fase ma non significa che sia poco intelligente ,anzi potrebbe essere il contrario e sorprenderci.
    -L’aggressività non ha affatto una connotazione negativa, ma al contrario essa deriva dal greco: “Andare Avanti”  
  • Fascia di età dai 6 ai 7/8 anni
  • a. Formazione delle rappresentazioni mentali (causa/effetto), prime spinte alla socializzazione
    b. Il bambino comincia a essere sensibile alle regole collettive  :
    c. I movimenti prodotti possono considerarsi la conseguenza di un processo imitativo; alimentabile dalla pratica dell’Aikido, grazie all’attuazione di tecniche da eseguirsi insieme e nel rispetto del compagno (l’Altro diviene “il compagno”, Non agire mai in modo diretto col bambino ma indiretto, altrimenti si irrigidisce.
    d. Mai additare qualcuno se è necessario farlo in modo vago e generale cosi che lui possa intuirlo.
    - Fascia di età dagli 8 ai 10/11 anni
  • Caratteristiche cognitive ed emotive generali:, , buon senso della realtà; periodo di latenza delle istanze pulsionali e affettive;
    Fascia di età dagli 11 ai 13 anni
    a. L’aumentata socievolezza può trovare un adeguato conforto nella pratica dell’Aikido. La tecnica, praticata in coppia, viene ricostruita grazie alle sinergiche e coordinate
    b. divergente rispetto ai ruoli stereotipici della nostra cultura massmediale – che vuole il vincente e il vinto o il “buono” e il “cattivo, ruoli rigidamente distinti cui ci ha abituati soprattutto la letteratura cinematografica e televisiva.
    c.  La sua mente è pronta per cogliere il complesso significato intrinseco al concetto di aiki (= unione del ki) di negazione dell’Io narcisistico (per la realizzazione di una fusione Io-Tu).
  • Fascia di età dai 14 ai 18 anni
  • a. Fase puberale (adolescenza): profonde trasformazioni psicofisiche,
    b.  Bisogno di appartenenza a gruppi e tendenza all’omologazione,
    c. Spesso il ragazzo cerca, fuori casa, nell’esempio positivo proposto dalla società un modello comportamentale da imitare e in cui identificarsi;
    L’atteggiamento esemplare dell’insegnante dovrebbe indurre il ragazzo a evitare cadute in atteggiamenti auto- o etero-lesivi (alcool, fumo, droghe, sfide etc.).

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